REDAZIONE MILANO

Superiori, si punta al 75% di studenti in aula

Il piano in due settimane del prefetto Saccone. L’obiettivo: ridurre le presenze in metrò tra le 8 e le 9. Quadruplicate le chiusure di tornelli

Ancora due settimane poi, nelle scuole superiori milanesi, la percentuale di studenti in aula potrebbe salire dal 50 al 75%. È questa la strada che intende percorrere il prefetto Renato Saccone, questo il disegno che oggi sarà comunicato ai dirigenti scolastici dallo stesso Saccone e dal provveditore Marco Bussetti. Imprescindibile una premessa: il passaggio al 75% avverrà solo se il contesto epidemiologico lo renderà possibile. "Cautela e gradualità" le parole-chiave, con un’attenzione particolare alla specificità di ogni singolo istituto. L’altro fronte caldo è, allora e a maggior ragione, quello del trasporto pubblico. Quanto a Milano, gli ultimi dati confermano due evidenze: il sistema regge, ma una parte non trascurabile della città non ha cambiato orari, a differenza delle scuole.

Nel dettaglio, nella settimana che ci si è appena lasciati alle spalle, i mezzi Atm hanno trasportato 550mila passeggeri al giorno, il 41% di quanti ne trasportassero prima della pandemia. A destare qualche preoccupazione sono i picchi di utenza che si verificano tra le 8 e le 9 del mattino, a dispetto del piano di scaglionamento degli orari di ingresso nei luoghi di lavoro. Sulla M1, in quella fascia oraria, si toccano picchi di 91mila passeggeri, sulla M2 di 81mila passeggeri, mentre sulla M3 e sulla M5 i picchi non vanno oltre i 70mila passeggeri. Più eloquente è la costante progressione del numero di volte in cui si è dovuto ricorrere alla chiusura dei tornelli nei mezzanini: si è passati dalle 100 chiusure di due settimane fa alle 400 della settimana appena trascorsa, passando per le 200 della settimana di mezzo. In sintesi: il sistema regge, ma i dati dell’ora di punta del mattino dicono che lo scaglionamento degli orari non sta avvenendo nella misura auspicata; e questo potrebbe complicare la tenuta del sistema quando si passerà dal 50 al 75% di studenti in presenza. Nel frattempo sui mezzi iniziano ad aggiungersi i primi universitari. Alla Bocconi le lezioni sono tornate in presenza da giovedì, ieri si sono affacciati timidamente i primi studenti alla Iulm, dal 22 rientra il Politecnico, dal primo marzo la Statale. Si aprirà in questi giorni un tavolo ad hoc, sempre in Prefettura, per gestire anche questa partita. Ieri si è riunita la Conferenza dei rettori delle Università lombarde (Crul) e ha partecipato all’incontro anche l’assessore regionale all’Università, Fabrizio Sala. Primo punto all’ordine del giorno: ripartenza "in modalità mista".

Altri temi caldi: le vaccinazioni anti-Covid per tirocinanti in area medico-sanitaria, i tamponi gratuiti per gli universitari e l’accesso agevolato al vaccino per il mondo accademico. "Una presenza flessibile e graduale, in modalità mista: la ripartenza delle università parte da questo approccio – spiegano dalla Crul –. Il secondo semestre dell’anno accademico che sta per iniziare prevede lezioni in presenza e didattica a distanza, nel rispetto delle normative anti Covid e sulla scia della rivoluzione digitale apportata alla didattica nei mesi più difficili della pandemia". La Crul ha stabilito che ciascuna università sarà autonoma nella scelta del piano di ripartenza e libera di decidere quali attività saranno in presenza o a distanza, dalle lezioni agli esami passando dalle sessioni di laurea. "L’obiettivo è garantire l’opportunità di seguire anche a distanza le lezioni erogate in presenza, con particolare attenzione alle esigenze degli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento", sottolineano dalla Crul. "Chiederemo al Governo una revisione dei criteri di riparto del Fondo Integrativo statale facendo leva sull’attrattività delle nostre università" fa sapere Sala.

Giambattista Anastasio

Simona Ballatore

Nicola Palma