Caso Sumaya: "Non c’è diffamazione, quel gruppo era vicino ai Fratelli Musulmani"

La consigliera del Pd aveva sporto querela ma il gip ha disposto l'archiviazione

Sumaya Abdel Quader è stata eletta con il Pd

Sumaya Abdel Quader è stata eletta con il Pd

Milano, 7 marzo 2019 - Nessuna diffamazione ai danni di Sumaya Abdel Qader. La consigliera comunale del Pd fece parte in passato della Fioe (Federation of Islamic organisations in Europe) e, stando alla testimonianza della professoressa Valentina Colombo, docente di Geopolitica ed esperta islamista, «esiste un’ampia letteratura a livello accademico che conferma il legame della Fioe con la Fratellanza Musulmana». Lo scrive il gip Guido Salvini nel decreto con cui ha disposto, come richiesto dal pm Leonardo Lesti, l’archiviazione dell’inchiesta nata da una querela per diffamazione presentata nel 2016 da Sumaya e da suo marito per una serie di articoli pubblicati da vari giornali, prima che venisse eletta.

Già all’epoca, infatti, erano scoppiate le polemiche per una presunta vicinanza della consigliera ai Fratelli Musulmani, organizzazione, spiega il gip, «nata in Egitto» ed «espressione di un’ideologia di completa prevalenza della religione sullo Stato e sulla società civile, in larga parte oscurantista e anticamera di anche più pericolosi fondamentalismi religiosi».

Nella querela «Sumaya aveva respinto tale collegamento giudicandolo anche offensivo della sua immagine pubblica». Il giudice ritiene che tutto ciò rientri nel diritto di critica e aggiunge che la professoressa Colombo, sentita come teste, ha affermato che l’appartenenza di Sumaya alla Fioe «è riscontrata da diversa documentazione reperibile in Internet». Allo stesso modo, per la consulente, «è certo il legame» della Fioe con la Femyso (Federation of European muslim youth and students organisations)», in pratica i Fratelli Musulmani.

Quanto alle minacce via web subite e denunciate da Sumaya dopo la polemica, Google e Facebook, destinatarie dei «decreti di acquisizione dei “files di log”» emessi dal pm Lesti per risalire agli autori, «non hanno fornito i dati richiesti» proteggendosi con le leggi Usa. Uguale sorte avrebbe avuto, a parere del giudice, una formale richiesta di rogatoria alle autorità statunitensi. L’indagine è destinata perciò all’archiviazione.

Sumaya Abdel Qader, in un post su Facebook prende atto ma, scrive, «per fortuna a raccontare la verità ci sono i fatti e il mio impegno quotidiano. E per fortuna che ho tutti voi che mi sostenete. Tranquilli non mi fermo, vado avnati!».

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro