Suicida in Questura, agenti assolti

I due poliziotti erano accusati di omicidio colposo per il caso dell’uomo che si tolse la vita il 23 agosto 2020

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di Nicola Palma

I due agenti di polizia indagati per il suicidio di un algerino di 43 anni nelle camere di sicurezza della Questura sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo: non furono negligenti e non avrebbero potuto impedire quanto accaduto. La decisione del gup Anna Magelli è arrivata a 21 mesi da quella drammatica domenica mattina di fine estate. È il 23 agosto 2020: l’uomo, fermato in via Casati e accompagnato in via Fatebenefratelli per le procedure di identificazione, si impicca con una maglietta alle sbarre orizzontali di una finestra bassa, a meno di 15 minuti dall’ingresso nella stanza. Il pm Paola Pirotta apre un fascicolo e iscrive nel registro degli indagati i due poliziotti. Nel novembre 2021, a valle degli accertamenti investigativi condotti dalla Squadra mobile, la Procura chiede l’archiviazione del caso, non avendo evidentemente ravvisato condotte non corrette da parte degli indagati.

Tuttavia, il gip Roberto Crepaldi rigetta l’istanza e impone l’imputazione coatta: "Non può non sottolinearsi – scrive il giudice nel provvedimento – la scarsissima attenzione dedicata dagli operanti agli schermi della videosorveglianza, impegnati com’erano, nella maggior parte del tempo, a osservare lo schermo del proprio telefonino". E ancora: "Certo, non vi è dubbio che all’esito fatale hanno contribuito altre responsabilità, prime tra tutte quelle di aver consentito che in una camera di sicurezza vi fossero sbarre orizzontali alle finestre, certamente congeniali per chi abbia intenti suicidari". Ieri, però, tutte le accuse sono state cancellate dall’assoluzione con la formula "perché il fatto non costituisce reato", fa sapere l’avvocato Riccardo Truppo, che ha difeso uno degli agenti per conto del sindacato di categoria Sap (l’altro era assistito dal legale Giuseppe Barillà): "Siamo soddisfatti perché siamo riusciti a dimostrare, anche attraverso un interrogatorio-fiume e una perizia tecnica sui filmati, che i due poliziotti hanno svolto il loro servizio in maniera ineccepibile".

Respinta la costituzione di parte civile da parte dell’ambasciata algerina per un vizio procedurale nella presentazione della documentazione. "Resta il dolore per quell’uomo scomparso tragicamente e nessuno potrà cancellarlo – il commento del segretario provinciale del Sap Massimiliano Pirola –. D’altro canto, però, c’è anche il sollievo per i colleghi: sono stato personalmente vicino al nostro iscritto e l’ho supportato giorno per giorno. Non è stato facile per lui".

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