GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Studenti transgender FdI scrive ai presidi: "Illegale la carriera alias" Ma c’è già in 244 scuole

Il caso in Lombardia, mail del consigliere Macconi: "Ideologia innaturale". La procedura consente di registrarsi con un nome diverso da quello anagrafico. Da Nord a Sud gli istituti hanno avviato i progetti. No comment dal ministero.

di Giambattista Anastasio

"Il mio è un avviso inviato con atteggiamento fraterno ai dirigenti scolastici della Lombardia perché sappiano che stanno compiendo un atto illegale e, quindi, si fermino". Così Pietro Macconi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, rivendica la mail appena spedita ai presidi, ai docenti e ai Consigli di istituto di duemila scuole lombarde per chiedere di non consentire le carriere alias, vale a dire: non consentire agli studenti che lo richiedessero di essere chiamati e identificati – a scuola e nei documenti interni alla scuola che non abbiano valore ufficiale – con un nome diverso da quello anagrafico. Un modo, questo, per tutelare quegli adolescenti per i quali il nome anagrafico non rispecchia il genere al quale essi stessi sentono di appartenere. Perché si possa attivare una carriera alias occorre il consenso del Consiglio d’istituto, composto dal preside e dai docenti, e dei genitori dello studente se questo è minorenne. Secondo i dati dell’Agedo, l’Associazione dei genitori di omosessuali, ad oggi in Italia sono 244 le scuole che prevedono le carriere alias. In testa c’è il Lazio con 44 istituti, poi Lombardia (32), Toscana (31) ed Emilia-Romagna (20).

Ma secondo Macconi, come si legge nella mail, "la diffusione delle carriere alias nelle scuole desta giusta preoccupazione nelle famiglie" e "attesta l’innaturale ideologia volta alla fluidità di genere". Inoltre la carriera alias non sarebbe giustificata "né da leggi dello Stato né dalle norme relative all’autonomia scolastica, che riguardano ben altro". Una mail alla quale Macconi ha allegato la lettera con cui chiede al ministero dell’Istruzione – per ora silente – una pronta censura. Non bastasse, martedì 12 settembre, in occasione della prima seduta del Consiglio regionale dopo la pausa estiva, nonché primo giorno di scuola, FdI presenterà una mozione per "chiedere all’Ufficio scolastico regionale di effettuare una ricognizione degli istituti scolastici secondari di primo e secondo grado che abbiano adottato il regolamento della carriera alias" e di "informare il governo degli esiti". Abbastanza per aprire lo scontro.

"Siamo profondamente indignati – dichiarano Pierfrancesco Majorino e Paola Bocci, capogruppo e consigliere regionali del Pd –. La scuola deve diventare un luogo di accoglienza e rispetto dei diritti, dove ogni persona si possa sentire riconosciuta, tutelata e libera di essere ciò che è". "Una crociata vigliacca contro una minoranza" attacca Paola Pizzighini del M5S. "Gravissimo che un consigliere regionale mandi alle scuole dal proprio account istituzionale una mail transfobica proprio come la mozione che intendono discutere in Consiglio regionale. Una mail che mina l’autonomia riconosciuta dalla legge alle scuole e che ha toni implicitamente minacciosi perché lascia intendere che ci saranno liste di proscrizione dei dirigenti scolastici che consentono le carriere alias – protesta Luca Paladini, consigliere regionale del Patto Civico e portavoce dei ‘I Sentinelli’, associazione che si batte per i diritti Lgbt –. Daremo battaglia per non far approvare la mozione e contiamo sulle diverse sensibilità interne al centrodestra".

Per ora, infatti, la mozione è stata firmata dai consiglieri di FdI, ma solo da due della Lega e non c’è alcuna firma di Forza Italia. Un fatto non casuale: secondo indiscrezioni la componente più moderata della Giunta regionale lombarda sta cercando di far rinviare la mozione sia per una questione di merito sia per la coincidenza col primo giorno di scuola. Macconi intanto insiste: "Come cittadino e come consigliere regionale ho il diritto di mettere in guardia i presidi dal compiere atti illeciti: sollevo una questione politica ed una di legittimità. L’adesione di più presidi alla carriera alias è un atto politico che fa supporre ci sia, tra loro, un accordo. Io rispondo con un atto altrettanto politico".