REDAZIONE MILANO

Studentessa uccisa e messa in valigia: "Vittima di una gelosia ossessiva"

Mahatab Ahadsavoji è stata trovata dall'indiana omicida "completamente nuda" con il fidanzato di lei, ubriaco

Mahtab Savoji, ragazza iraniana di 29 anni uccisa da una ragazza indiana

Milano, 16 aprile 2015 - Una «gelosia ossessiva» nei confronti della vittima sarebbe alla base dell'omicidio della studentessa iraniana Mahatab Ahadsavoji, per il quale è stata condannata in rito abbreviato l'indiana Gangadeep Kaur. Lo scrive il gup di Milano Simone Luerti nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 9 gennaio, al termine del processo con rito abbreviato, aveva condannato la donna a 17 anni di reclusione, assolvendo invece dall'accusa di omicidio il fidanzato della donna, Rajeshewar Singh, anche lui di origini indiane. La studentessa iraniana, coinquilina dei due indiani, in Italia per frequentare un corso all'Accademia di Brera, il 27 gennaio 2014 è stata strangolata nell'appartamento con una collana d'oro. Il suo cadavere, trasportato in una valigia a Venezia, è stato gettato nella laguna, dove è stato ritrovato il 28 gennaio. Secondo il gup la «gelosia ossessiva della Kaur è pacifica in questa vicenda, tanto da essere considerata in movente che ha spinto l'imputata ad agire». Gelosia nei confronti della coinquilina che «è stata rilevata» anche «dalle dichiarazioni rilasciate dalle amiche della vittima».

La donna avrebbe ucciso la studentessa dopo che il fidanzato aveva trascorso la serata in casa a bere alcolici in compagnia della vittima. Si sono addormentati e, di notte, Gagandeep Kaur «è rientrata dal bagno e ha trovato il fidanzato e la Mahtab completamente nudi nello stesso letto matrimoniale, in cui lei aveva appena lasciato il solo fidanzato con slip e maglietta». Situazione che, osserva il gup, avrebbe scatenato «un istinto violentemente repressivo». Secondo il giudice, quindi, la donna avrebbe strangolato la studentessa da sola, utilizzando la collana come un «cappio», mentre il fidanzato stava dormendo. L'uomo, difeso dall'avvocato Manuele Sarno, è stato quindi assolto dall'accusa di omicidio. «Non è impossibile che Singh non si sia svegliato - prosegue il giudice -, anzi è molto probabile che non si sia accorto di nulla o comunque non abbastanza per rendersene adeguatamente conto in tempo, essendo decisamente ubriaco».