SIMONA BALLATORE
Cronaca

Studentati semideserti: feste "fuorisede", ma non sarà per sempre

Counseling psicologico nelle residenze della Statale: non siete soli

di Simona Ballatore

"È spiazzante vedere lo studentato vuoto, a conclusione di un anno così". Davide Grassi, 23 anni, si affaccia sul balcone della Residenza Santander, alla Iulm. I posti letto – causa pandemia – sono stati dimezzati per quest’anno. Le camere doppie sono diventate singole sia lì (da 144 posti si è scesi a 74), sia alla Cascina Moncucco (da 76 a 38). E se prima delle feste erano rimasti solo 47 residenti, in queste notti sono una decina. Davide è in studentato da cinque anni, arriva da un paesino vicino al Lago di Garda, studia “Arte, valorizzazione e mercato” ed è tirocinante al Teatro alla Scala. "Vengo da una famiglia numerosa. Da cinque anni mi do da fare per pagarmi gli studi e per iniziare a entrare nel mondo del lavoro, la residenza è stata fondamentale per contenere le spese e conciliare tutto – racconta –. Questa pandemia ci lascia un senso di smarrimento. Ci spaventa non sapere se per noi si apriranno strade. Vedere il teatro vuoto, come le biblioteche e lo studentato non aiuta. Adesso saremo una decina su 150. Ho scelto Milano perché, da studente di storia dell’arte, mi dava l’idea di una continua evoluzione. Speriamo che questa situazione si sblocchi presto, vogliamo tornare a vivere l’università e la città".

Fra le residenze della Bicocca, i 675 posti letto si sono via via svuotati: a ottobre erano rimasti in studentato in 408, alla vigilia delle vacanze in 265. Al Politecnico c’è stato un calo progressivo delle presenze a partire da fine ottobre, ma restano in residenza circa 1.100 persone. Con le festività natalizie sono stati chiusi tutti i collegi della Cattolica: gli ultimi studenti sono partiti lunedì scorso per tornare a casa. Nel primo semestre ci sono state oscillazioni delle presenze, in relazione alle variazioni della situazione pandemica. In media si è passati da un’occupazione delle strutture fra il 50 e il 70% a inizio anno accademico al 20-30% di fine novembre. "La capienza massima, grazie al fatto che il numero delle camere singole è alto e che è stato adottato uno stringente protocollo di gestione del Covid-19, non è diminuita in maniera sensibile - spiegano dall’ateneo –. Nel campus di Milano c’è una disponibilità di oltre 450 posti, fino a raggiungere circa 700 posti con le strutture convenzionate".

L’università Statale - che ha visto crescere in tre anni i posti letto, arrivati a 1.088 (erano 775) - ha dovuto rivedere l’offerta. Nel primo semestre sono stati 543 i posti occupati. "Il Covid ci ha costretto a mettere a bando tutte le camere doppie come singole – spiega Marina Brambilla, prorettore con delega ai Servizi per la didattica e agli studenti –, se col primo lockdown si era già nelle residenze in una situazione di convivenza, per i posti nuovi non si poteva fare altrimenti: salute e sicurezza vengono prima di tutto". Sono arrivate meno richieste, ma non ci sono posti vacanti. "Alcuni fuorisede hanno pensato di iniziare l’anno a distanza – conferma Brambilla –, ma siamo riusciti a soddisfare le esigenze di chi ha preferito venire e degli studenti Erasmus". Quasi tutti sono tornati a casa per le feste. "Ma durante il semestre non ci sono stati viavai, chi ha voluto venire a Milano ci è restato". Rischio isolamento? Si gioca di prevenzione. "Abbiamo potenziato e stiamo promuovendo nelle residenze un servizio di counseling psicologico gratuito, anche in lingua inglese per gli studenti internazionali – sottolinea la prorettrice –. Un supporto a chi si trova in situazioni che possono essere di disagio e sofferenza. Bella la camera singola, ma il rischio solitudine c’è. Mettiamo a disposizione i nostri servizi e continuiamo a lavorare per potenziare l’offerta di posti letto. Perché anche le immatricolazioni ci dimostrano che Milano continua ad attrarre studenti sia della regione che fuorisede".