Stretta fiscale Italia-Svizzera Corsa ad assumere

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Roberto

Cattaneo*

Anno decisivo, questo 2022, per i frontalieri che lavorano in Svizzera: le Commissioni Esteri del Parlamento sono in dirittura d’arrivo per approvare e licenziare la Legge che recepisce il recente

accordo italo-svizzero, che entrerà in vigore dal primo giorno del 2023. Cosa cambia rispetto al vetusto Accordo del 1974? Cambia molto, anzitutto sotto il profilo fiscale. Fino a oggi i frontalieri occupati in Ticino-Grigioni-Vallese, se residenti all’interno della fascia di 20 Km dal confine, non sono soggetti all’imposizione

fiscale in Italia. La nuova intesa tra Italia e Svizzera cambia radicalmente la struttura fiscale. I 3 Cantoni non

riverseranno più all’Italia il 40% delle tasse introitate, e tuttavia tutti i frontalieri residenti nella

fascia dei 20 Km che alla data del 31 dicembre 2022 abbiano in essere un rapporto di lavoro in Svizzera manterranno il diritto (o il privilegio?) di non dichiarare il reddito in Italia, e lo manterranno vita natural durante. Invece a tutti i frontalieri che saranno assunti dal gennaio 2023 sarà esteso l’obbligo di dichiararlo e di pagare le tasse anche in Italia. In questo 2023 stiamo assistendo a un impennata di assunzioni di frontalieri in Ticino, che hanno

ormai superato il numero di 75.000 persone; ovviamente sia i lavoratori italiani che gli imprenditori svizzeri conoscono bene il

meccanismo previsto dalla futura legge e cercano di intensificare le domande di lavoro da un lato

e le offerte dall’altro, approfittando dell’occasione che chi sarà assunto quest’anno sarà “salvo”

dai tributi fiscali italiani per il resto della sua vita lavorativa; questa argomentazione viene spesso usata da molti imprenditori svizzeri come strumento di trattativa salariale. Con ogni probabilità alla fine del 2022 il numero dei frontalieri occupati in

Ticino sfiorerà la cifra di 80.000 persone; all’inizio del 2023 vi sarà inevitabilmente un

rallentamento delle nuove assunzioni. Ma la stasi non potrà durare a lungo, perché lo sviluppo economico del Cantone non può essere arrestato. Ma tutti coloro

che saranno assunti dal 2023 in poi saranno soggetti, da subito, all’imposta fiscale italiana, quindi le dinamiche salariali dei futuri frontalieri saranno soggette a mutamenti; per alcuni di loro si tradurranno in una semplice riduzione del reddito, ma per altri è verosimile l’ipotesi di un sensibile incremento del salario lordo.

*Uil

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