DI MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Stranieri in Italia con false nozze e test pagati: 5 arresti

Soldi per l’esame, false nozze e carte truccate per il ricongiungimento

Migration

Nella mano destra l’elenco dei nomi da spuntare, nella sinistra i soldi allungati dagli esaminandi al test d’italiano per comprare la promozione. La scena è tra i filmati che inchiodano 5 persone accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: due sono in carcere e tre ai domiciliari, mentre 78 sono gli indagati nell’ambito dell’indagine avviata nell’autunno del 2018 dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Procura di Milano che ha fatto emergere un mondo sommerso. Falsi matrimoni, certificazioni di idoneità alloggiative e di residenza, dichiarazioni fiscali costruite ad arte, test d’italiano truccati per ottenere con l’inganno il rilascio di permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari coinvolgendo Caf e centri di sbrigo pratiche per extracomunitari. Il tariffario? Trecento euro per il ricongiungimento e altre certificazioni, cinquecento per passare l’esame di lingua italiana A2, tra i requisiti necessari per la carta di soggiorno.

Un giro d’affari presunto di decine di migliaia di euro al mese: ieri ne sono stati sequestrati 20mila agli arrestati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, induzione al falso ideologico in atti pubblici, corruzione e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. Che fosse tutto finto si vede nel filmato: per spiegare di "non copiare", solo perché sarebbe stato controproducente, deve intervenire l’interprete. Paradossale all’esame di italiano. "In ogni foglio c’è un errore, ok? Se voi copiate ne fate due e vi bocciano! Voi non parlate niente di italiano? Luisa, mi dovresti tradurre questa cosa!", è il discorso pre esame della responsabile della scuola in questione in zona stazione Centrale, F.C, 56 anni, moglie di N.B, di 63, di Paderno Dugnano, ora entrambi ai domiciliari così come W.A, egiziano di 49 anni che vive a Bernate Ticino.

Mentre dietro le sbarre sono finiti M.H.G.I., egiziano di 36 anni residente a Baranzate, e N.B:, cinquantunenne originaria di Casablanca, residente a Trezzano sul Naviglio (che ha lavorato da interprete per vari enti), ritenuti gli intermediari.

"Ti devo fare falsificare il lavoro, te lo faccio falso", si sente N.B. in una intercettazione. Ibrahim parla di case: "L’appartamento è di 43 metri quadri, il geometra ha aggiunto un metro e mi ha portato la scheda tecnica per tre persone". L’indagine è partita dalla denuncia di una giovane che era stata costretta a contrarre un matrimonio fittizio con un cittadino egiziano per consentirgli di avere il permesso di soggiorno. Gli investigatori della Mobile, diretta da Marco Calì, hanno scovato 5 "nozze fittizie". Quanto agli esami d’italiano, sono 583 gli esaminandi delle sessioni monitorate dalla polizia. Tutti promossi.