Fragole e caporalato, torna sotto sequestro la start up StraBerry

Il Riesame accoglie il ricorso del pm. Nelle serre di Cassina de' Pecchi braccianti pagati 4,5 euro all'ora

Il blitz della Finanza

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Cassina de' Pecchi (Milano) - Ritorna sotto sequestro StraBerry, l'azienda agricola che coltiva e vende fragole a Cassina de' Pecchi, sui terreni di Cascina Pirola, al centro dell'inchiesta in cui sono indagate 7 persone tra cui il 31enne inventore della start-up, Guglielmo Stagno d'Alcontres. L'imprenditore è stato ritenuto "dominus" del sistema di sfruttamento illecito dei braccianti che venivano retribuiti in genere 4 euro e mezzo all'ora. A deciderlo è stato il Tribunale del riesame che ha accolto il ricorso presentato dal pm Grazia Colacicco contro il provvedimento con cui, lo scorso febbraio, il gip Roberto Crepaldi, dopo il ripristino delle condizioni di legalità e di tutela dei lavoratori, ha dissequestrato l'azienda e disposto la misura del controllo giudiziario. Provvedimento fondato su una norma speciale prevista per il caporalato, e che ha portato ad affidare l'incarico di vigilare allo stesso commercialista già nominato amministratore delle serre (non dell'impianto fotovoltaico) a cui lo scorso agosto sono stati messi i sigilli. Secondo il giudice, infatti, erano «in grandissima parte superate» le condizioni che avevano portato a una «gestione illecita» dell'attività. Da quanto è stato riferito, per il Riesame, oltre alla sussistenza dei presupposti della misura cautelare, il sequestro ai fini della confisca (che avverrà quando il procedimento e le eventuali condanne avranno raggiunto il terzo grado di giudizio) è incompatibile con il controllo giudiziario, trattandosi di due istituti giuridici che hanno finalità differenti

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