Stop piagnistei È tempo del coraggio

Riccardo

Riccardi

Per il 56° rapporto Censis sull’Italia “la società indulge alla malinconia, il sentimento del nichilismo dei nostri tempi”. I rischi globali incutono paura. Covid e guerra russo-ucraina. Conseguenze dannose per “l’economia sociale”. La gente comincia ad avvertire il freddo nelle ossa per i problemi energetici che creano inflazione e aumentano la povertà. Oltre 5 milioni di individui alla fame. L’Italia si è intristita. I concetti di patria e famiglia in desuetudine. Il quadro del Censis è reale. La Storia ci ricorda di tante durature e sanguinose guerre. L’Italia come Stato unitario ha partecipato a due. Le altre erano tra etnie diverse che confliggevano nel nostro territorio. Il paese ricorda il primo conflitto mondiale con la canzone del Piave. Il secondo, quello che ha sconfitto la dittatura e consentito l’avvento della democrazia. Difesa dall’ombrello Usa per mantenere il Paese nella parte occidentale come da accordi di Yalta. A differenza della Germania che ha cancellato il concetto del nazismo, nell’agone politico nostrano sventola il vessillo fascista su una nave pirata all’orizzonte. Il fascismo è morto il 25 luglio, la sconfitta lo ha sepolto. Una sua riedizione impossibile perché è cambiato il tempo, quello di allora preistorico. L’aggettivo diventa una pillola avvelenata da usare alla bisogna. Persino De Gasperi imprigionato e poi alla clandestinità fu tacciato di fascismo da Togliatti. Da allora il concetto Patria, famiglia, libertà di impresa e profitto hanno lentamente minato le fondamenta della borghesia e cancellato la classe operaia. Oggi si avvertono le conseguenze del “masianellismo”. No a competenza e a merito. Si va in piazza con un Parlamento erroneamente ridotto ed in parte popolato da chi non ha competenza. Porta voti per posizioni immaginifiche. Bisogna tornare al coraggio. No piagnistei ma coscienza di Nazione. Italiana ed europea.