REDAZIONE MILANO

Stop al credito di Bpm "Anomalie nel mutuo"

"Non è stata dimostrata la ricorrenza dei requisiti richiesti dalla normativa contenuta nel codice antimafia ai fini dell’ammissione del credito di Bpm spa". Così i giudici hanno risposto alla richiesta della banca di essere ammessa come creditore per quanto ancora dovuto da Luca Lucci e consorte riguardo al "mutuo ipotecario di 200mila euro" concesso nel 2017 per l’acquisto dell’immobile di Scanzorosciate, confiscato ieri al capo della Sud. I motivi del diniego sono diversi. Il primo: "Il mutuo è stato concesso in anni coevi alle manifestazioni di pericolosità di Lucci, nello stesso periodo indagato per plurime violazioni della legge stupefacenti, per alcune delle quali è stato tratto in arresto e giudicato in via definitiva". E ancora: "Il mutuo è stato rimborsato sul conto Bpm n. 244 cointestato Lucci-Bonomelli e sul quale in quegli anni sono confluiti consistenti versamenti in contanti anche con tagli di banconote elevati, versamenti che non avevano alcuna attinenza con i pagamenti stipendiali e che, in esito all’istruttoria, sono rimasti sostanzialmente ingiustificati". Inoltre, la Questura ha rilevato alcune "importanti anomalie": la banca "concesse il mutuo nonostante nella pratica fosse stato segnalato che l’aspirante mutuatario era oggetto di indagini penali" e con un giudizio Crif (Centrale rischi) "negativo per pregressi sconfinamenti". Senza dimenticare un’oscillazione del profilo di rischio da "Alto" a "Medio" nel giro di un mese. Risultato: stop al credito. N.P.