
di Francesco Pellegatta
Passo indietro di Anas sugli espropri per la Vigevano-Malpensa. Opera oggi più in dubbio che mai. Nel mese di aprile l’azienda aveva avviato la nuova procedura di esproprio dei terreni inviando lettere ai privati interessati. E ancor prima alle Amministrazioni comunali, affinché esprimessero le loro osservazioni in merito al progetto. Ebbene, in questi giorni gli stessi cittadini hanno ricevuto da Anas una nuova missiva, nella quale si legge che "per motivi non dipendenti da Anas" il procedimento di esproprio "è temporaneamente sospeso in attesa che il progetto venga sottoposto a nuovo iter autorizzativo"; quindi di "non tenere conto delle comunicazioni trasmesse successivamente alla delibera del Cipe pubblicata il 31 luglio 2018 (quella poi annullata dalla sentenza del Tar, ndr)".
Nella lettera viene anche specificato che "sarà cura di Anas partecipare nuovamente le proprietà interessate dal procedimento ablativo non appena ottenuta la nuova eventuale approvazione del progetto da parte del Cipe". Insomma, solo qualche mese fa pareva che gli uffici avessero ingranato la quarta per recuperare il tempo perduto e tornare il prima possibile al punto nel quale ci eravamo lasciati prima della sentenza del Tar di gennaio: il progetto esecutivo. Invece è arrivato un nuovo stop sull’iter, da quanto si intuisce leggendo la comunicazione, dettato dalla cauta attesa di un eventuale nuovo finanziamento da 220 milioni di euro. Soldi che – dopo l’emergenza di questi mesi – le istituzioni superiori (Regione e Governo) potrebbero anche voler indirizzare altrove. Questo nonostante le dichiarazioni pubbliche rilasciate dal governatore Attilio Fontana e dall’assessore regionale Claudia Maria Terzi, che avevano ribadito come l’opera venisse considerata dalla Regione "prioritaria". Nel frattempo questo nuovo sviluppo ha riportato i comitati No-Tang all’attacco: "Anas continua caparbiamente a inanellare errori procedurali – hanno dichiarato -. Non comprendiamo la cieca insistenza nell’assegnare una ripartenza procedurale di un progetto ormai vetusto, obsoleto e anacronistico".