Stilista trovata impiccata a Milano: "Non è stata strangolata"

Secondo i medici legali Carlotta Benusiglio ha fatto tutto da sola

Carlotta Benusiglio

Carlotta Benusiglio

Milano, 26 luglio 2018 - Carlotta Benusiglio è morta «a causa di una asfissia prodotta da impiccamento e sul cadavere (riesumato per l’ultima perizia) non c’erano lesioni riconducibili ad un eventuale strangolamento, parziale o totale, con successiva sospensione del corpo». Lo scrivono ancora i medici legali, parlando anche di «natura suicidiaria dell’evento», nella perizia sul caso della stilista di 37 anni trovata impiccata con una sciarpa ad un albero, a Milano, il 31 maggio 2016. Sono passati più di due anni da quella terribile tragedia alla quale i genitori e la sorella non hanno mai voluto arrendersi. I poliziotti della squadra mobile che intervennero quella notte sul caso della giovane stilisti dissero subito, dopo i primi giorni di indagini, che si trattava con ogni evidenza di un suicidio e che non c’erano margini per ipotizzare null’altro.

Il fidanzato 41enneMarco Venturi (difeso dal legale Andrea Belotti), che aveva trascorso la nottata con lei, in una lunga e complessa inchiesta (prima in mano ad un pm e poi ad un altro) è passato però dalla posizione di persona informata sui fatti, col fascicolo in via di archiviazione, a indagato per istigazione al suicidio fino ad essere accusato di omicidio volontario aggravato. A febbraio, poi, il gip Alfonsa Ferraro ha disposto nuovi accertamenti con la formula dell’incidente probatorio e con la riesumazione della salma. Nella stessa relazione, da poco depositata dai medici legali Elena Invernizzi e Giovanni Pierucci, infatti, viene evidenziato come la prima autopsia aveva concluso per una «asfissia meccanica da impiccamento» e per la tesi del suicidio, mentre in una successiva consulenza richiesta dal pm Gianfranco Gallo si diceva che gli «elementi a disposizione sono conciliabili sia con l’ipotesi di impiccamento sia con quella di strangolamento immediatamente seguito da sospensione del cadavere».

Nel frattempo, agli atti è finita anche una consulenza sulle immagini di due telecamere di sorveglianza prodotta dai legali della famiglia Benusiglio, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, che si sono sempre battuti perché il caso non venisse archiviato. Ora nella nuova perizia gli esperti confermano, in sostanza, l’ipotesi del suicidio. In un passaggio, infatti, parlano di «natura suicidiaria dell’evento», ma soprattutto fanno riferimento a dati compatibili «con la totale assenza di manovre di strangolamento (ad opera di terzi) e successivo impiccamento, nonché con l’assenza di tracce di impiccamento attuato da terze persone». Ci sono, invece, elementi compatibili con «manovre di autoimpiccamento». 

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