
Stamperia permessi di soggiorno falsi (Frame della polizia di Stato)
Milano, 19 dicembre 2016 - La polizia ha arrestato due 45enni albanesi che in due appartamenti adibiti a stamperie a Milano si sono resi responsabili di possesso e fabbricazione di documento falsi, ricettazione di documenti rubati ed alterazione di titoli di soggiorno. L'attività investigativa della digos di Milano, nata ad agosto attorno alle informazioni circa un gruppo di marocchini in grado di produrre in Italia qualsiasi genere di documenti, si è unita a quella che gli agenti del commissariato Villa San Giovanni stavano improntando circa la produzione clandestina di documenti falsi da parte di alcuni cittadini stranieri.
I due falsari avvicinavano i potenziali clienti all'esterno del Consolato marocchino a Milano. Per convincere i connazionali mostravano dei campioni dei loro prodotti, per i quali avevano un prezzario molto preciso: 700 euro per un passaporto marocchino, 3.500 per uno italiano, dai 350 ai 550 per un permesso di soggiorno, dai 250 ai 350 per una patente italiana e codici fiscali. L'operazione è stata chiamata 'Terra promessa' perché i clienti volevano raggiungere i Paesi del nord Europa. L'indagine era iniziata lo scorso agosto dopo l'ennesimo controllo della polizia al terminal dei bus di Lampugnano. Gli agenti, accortisi del grande numero di documenti falsi, hanno allargato la ricerca fino ad arrivare al traffico davanti al Consolato marocchino. I due arrestati avevano precedenti per rapina, resistenza, rissa e invasione di terreni, ma non per falso. Risultano in possesso di un regolare permesso di soggiorno, uno per attività di commerciante e l'altro come domestico.
La loro stamperia era stata allestita in due appartamenti in viale Ungheria e via Asiago dove sono state trovate anche carte d'identità in bianco rubate a Bergamo a settembre. Qui sono stati sequestrati documenti falsi di ogni genere, diverse stampanti e computer e materiale come una macchina da cucire utile per inserire la filigrana e rendere più credibili i documenti. La qualità dei documenti variava, i passaporti erano quasi perfetti mentre sui permessi di soggiorno compaiono anche errori grossolani come 'soggiornate' al posto di 'soggiornante'. In alcuni casi gli agenti hanno trovato la firma contraffatta dello stesso dipendente dell'ufficio immigrazione su documenti che sarebbero stati emessi dalla questura di Varese e di Crotone. Il trucco era cambiare la scadenza del permesso, una piccola modifica che rendeva difficile notare la contraffazione. I tempi di realizzazione erano brevissimi, a volte la consegna (sempre in un bar) avveniva poche ore dopo il contatto davanti al consolato. Il 13 dicembre scorso gli agenti sono intervenuti proprio al momento di una consegna in un locale di viale Gran Sasso (il titolare risulta completamente estraneo), per filmare l'ingresso dei marocchini hanno dovuto potare alcuni rami che coprivano la visuale alle telecamere. L'indagine, condotta dalla Digos e dal commissariato Villa San Giovanni si è svolta tramite appostamenti e installazione di telecamere per controllarne i movimenti, ma i due erano molto accorti.
L'attività è stata conclusa martedì scorso, quando - dopo aver individuato e fermato un acquirente, L.A. marocchino del 1985, sbarcato in Italia il 24 novembre in Sicilia - si è data esecuzione ai decreti di perquisizione emessi dal sostituto procuratore della repubblica, Pavone, e si è proceduto all'arresto in flagranza dei due stranieri. Il materiale sequestrato nei due appartamenti milanesi è ora al vaglio della polizia scientifica per una più compiuta analisi. I due, con piccoli precedenti di altro tipo, sono accusati di falso. Nel loro paese d'origine avevano fatto molti investimenti in campo commerciale e industriale. Non e' ancora sicuro da quanto l'attivita' andasse avanti e potrebbero esserci ulteriori complici.