Sala: "Sì al Meazza per il calcio femminile"

Il sindaco: passo avanti con Milan e Inter sul riutilizzo dell’impianto. Ma l’attuale proposta economica dei club penalizza il Comune

Lo Stadio Giuseppe Meazza a Milano (Ansa)

Lo Stadio Giuseppe Meazza a Milano (Ansa)

Milano, 4 dicembre 2019 - Il futuro del Meazza? Uno stadio ridotto di dimensione e dedicato al calcio femminile e giovanile. Il sindaco Giuseppe Sala, qualche ora dopo il vertice mattutino a Palazzo Marino tra i suoi assessori e i vertici di Milan e Inter, insiste sull’ipotesi di conservazione e riutilizzo del Meazza, in caso di realizzazione di un nuovo stadio nell’attuale parcheggio di San Siro: «Il Meazza ridotto a un solo anello e dedicato al calcio femminile? A me l’idea piace, potrebbe diventare uno spazio per il calcio femminile e giovanile. Ma non so se dal punto di vista economico è sostenibile in termini di ristrutturazione dell’impianto» da parte di Milan e Inter.

Il primo cittadino scende in campo a fine pomeriggio sul caso San Siro, a margine di un convegno alle Stelline organizzato da Direzione Nord. I cronisti gli chiedono della dichiarazione del presidente del Milano Paolo Scaroni, che ha fatto capire che l’idea di un doppio stadio a San Siro è un caso unico («Magari essere first è anche bello, ma certe volte è un po’ stupido»). Il numero uno rossonero, a trattativa appena avviata, boccia subito l’ipotesi del doppio stadio? «Siete cattivelli – sorride Sala –. Scaroni ha detto che non sa ancora se è un’idea intelligente o stupida». Il numero uno di Palazzo Marino, insomma, guarda al bicchiere mezzo pieno, al fatto che i club si siano detti disponibile all’ipotesi che il Meazza possa essere conservato, almeno in parte: «Il tema è incontrarci in un giusto mezzo. Noi abbiamo due temi di fronte. Uno è essere certi che San Siro non è recuperabile, perché noi ci terremmo invece a recuperarlo. Se si dimostrasse che recuperare il Meazza è una follia, ne prenderemmo atto».

Quindi la demolizione totale o parziale del Meazza resta un’ipotesi ancora sul tavolo? «Non è che voglio essere radicalmente contrario all’idea che San Siro venga abbattuto, sarebbe una cosa di scarso buon senso – replica il sindaco –. Ma voglio essere sicuro che proprio non si possa salvare». In altre parole, il Piano A resta la conservazione dell’attuale stadio, seppur riveduto e corretto: «Il passo avanti fatto oggi (ieri, ndr ) è che Milan e Inter considerano la possibilità di fare un’analisi tecnica del fatto che una soluzione ci può essere», insiste il primo cittadino, che subito dopo parla dell’operazione nuovo stadio dal punto di vista economico per il Comune e fa capire che la proposta rossonerazzurro non è per niente conveniente per le casse di Palazzo Marino: «Il secondo tema collegato al nuovo stadio è difendere gli interessi economico-finanziari del Comune e quindi dei milanesi.

Dobbiamo trovare una formula che non ci faccia perdere radicalmente rispetto alla situazione attuale. Oggi abbiamo un patrimonio (il Meazza, secondo l’Agenzia delle Entrate, vale 100 milioni di euro, ndr ) e delle entrate annuali, circa dieci milioni di euro all’anno, di cui cinque milioni vanno nella manutenzione dell’impianto. Domani (in altre parole, nel piano presentato dai club, ndr ) sarebbe zero patrimonio, perché lo stadio rimarrebbe alle squadre, e zero ricavi, perché l’affitto ce lo pagherebbero dopo 32 anni». Sì, perché il piano rossonerazzurro prevede che il diritto di superficie dell’area sarebbe pagato dai club solo dal 33° anno in poi. «C’è una differenza e bisogna trovare una soluzione – continua Sala –. Sto difendendo legittimamente l’interesse pubblico. Il calcio è un tema su cui l’emotività a volte supera la razionalità. Ma io devo essere razionale. Credo che si possa trovare un punto di arrivo comune. Al di là della battuta di Scaroni, è stata una riunione proficua». Il prossimo passo? Sala sarà presente anche ai futuri vertici con Milan e Inter? Il sindaco taglia corto: «Quando avranno tirato fuori una proposta, senz’altro sì».  

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