ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Stadio del Milan, primo no dal Tar: "Ma la nostra lotta continua"

Respinta l’istanza preliminare dei sandonatesi. Ora verrà esaminata la questione nel merito

Stadio del Milan, primo no dal Tar: "Ma la nostra lotta continua"

C’è stato un primo pronunciamento del Tar rispetto al ricorso contro lo stadio del Milan presentato da 13 cittadini di San Donato e Chiaravalle, contrari al progetto di un’arena sportiva nell’area San Francesco. Il tribunale amministrativo regionale ha ritenuto “non procedibile“ l’istanza preliminare dei ricorrenti di ricevere dal Comune di San Donato alcuni documenti relativi alla richiesta di variante urbanistica per la realizzazione dello stadio.

Il Comune non aveva inizialmente prodotto – poiché non ne era in possesso – un documento, che e’ stato poi depositato al Tar da Sportlifecity, società oggi facente parte della galassia Milan e a sua volta interessata dall’iter giuridico davanti al tribunale amministrativo. In questo modo il Collegio ha reputato "che l’istanza di accesso documentale sia stata soddisfatta e non sia stata offerta alcuna prova dell’esistenza di altri documenti che sarebbero stati invece indebitamente sottratti all’accesso". La richiesta di accesso agli atti non è dunque ritenuta percorribile perché l’intera documentazione è stata resa disponibile.

Il rigetto dell’istanza "non costituisce una sconfitta, ma un primo round in pareggio – è il parere dell’avvocato Ilaria Battistini, che rappresenta i 13 cittadini di San Donato e Chiaravalle –. Si è preso atto del fatto che il Comune non fosse in possesso di un documento, la procura di Asio a Sportlifecity, che invece a nostro avviso avrebbe dovuto avere. Nelle successive fasi dibattimentali si entrerà nel merito di questi e altri aspetti". Ora l’iter giuridico proseguirà con la disamina delle principali questioni contenute nel ricorso, col quale si chiede l’annullamento degli atti assunti dall’ente locale, relativi alla richiesta di variante urbanistica pro stadio.

Anche il Wwf Sud Milano continua intanto, la sua battaglia contro l’impianto sportivo. Convinta che nell’area San Francesco abbiano sede due zone da tutelare, una umida e una alberata, l’associazione ambientalista annuncia che domani, col supporto dello studio legale Dini-Saltamacchia, presenterà agli organi competenti, tra i quali Comune e Regione, la richiesta di riconoscere l’area come zona boschiva, passibile di vincolo forestale. "Se le istituzioni non dovessero rispondere, siamo pronti a rivolgerci ai giudici", anticipa il presidente locale del Wwf, Giorgio Bianchini. A preoccupare gli ambientalisti sono i lavori di pulizia e recinzione del sito, oggi in corso a cura di Sportlifecity-Millan. "Tutta l’area è recintata – osserva Bianchini –, ma la zona umida è di proprietà del Consorzio Canale navigabile Milano-Cremona-Po e non si capisce a che titolo sia stata recintata".

Contro l’ipotesi di un’arena sportiva nell’area San Francesco si è schierata anche la Cia (Confederazione italiana degli agricoltori), con la sua direttrice lombarda Paola Santeramo.