Truffe, che cos’è lo spoofing e come difendersi

Sempre più truffatori mascherano il numero di telefono da cui chiamano con uno finto per indurre la vittima a rispondere e fidarsi

Attenti alle truffe telefoniche

Attenti alle truffe telefoniche

La notizia dell’ottantenne milanese truffato e derubato di 241mila euro tramite sms e chiamate telefoniche riaccende l’allarme sulle truffe telematiche, perpetrate attraverso le nuove tecnologie. In particolar modo, nell’operazione Portorico che ha portato a 18 perquisizioni e altrettanti indagati, la Polizia ha evidenziato l’utilizzo della tecnica dello spoofing telefonico, che peraltro non è di per se illegale, per indurre la vittima a fidarsi della “controparte”. Ma vediamo di cosa si tratta e come funziona. Letteralmente il verbo inglese “to spoof” significa prendere in giro o fare la parodia.

Si parla di spoofing telefonico (può essere utilizzato anche per “contraffare” e.mail e sms) quando chi telefona con il cellulare maschera il proprio numero reale con uno diverso in modo che la chiamata sembri provenire da qualcun altro, in caso di truffe da numeri noti come quelli di banche, assicurazioni e amici/parenti. È dunque un modo per indurre una persona a rispondere al telefono e, in caso di raggiri, a rivelare informazioni importanti, ben sapendo che ormai sempre più persone non rispondono a chiamate provenienti da numeri sconosciuti o anonimi temendo che si tratti di “scocciatori” che vogliono vendere prodotti o servizi. A volte, invece, basta lo stesso prefisso per credere che si tratti di una chiamata per così dire in buona fede. Ma potrebbe non essere così, se dall’altra parte della “cornetta” non c’è un operatore di call center ma un truffatore. 

Solitamente, per quanto riguarda l’aspetto tecnico, le chiamate vengono effettuate via internet tramite tecnologia VoIP e non le normali reti telefoniche. I servizi VoIp consentono di configurare la visualizzazione di un numero in uscita sul display del ricevente nell’impostazione dell’account, senza considerare che esistono anche software specifici a tale scopo. 

Come non cadere in trappola, ecco alcuni suggerimenti che si trovano in rete per non ricevere chiamate-spoofing ma anche da sistemi automatici

- Non rispondere a numeri sconosciuti e se lo squillo è solo uno non richiamare

- Non comunicare il proprio numero sul web e non compilare il campo dei moduli online a meno che non sia obbligatorio

- Non pubblicare il proprio numero di telefono nelle conversazioni online o sui social media. In caso contrario, meglio rimuoverlo

- Non rivelare informazioni private e sensibili a interlcutori sconosciuti

- Utilizzare app per la sicurezza mobile gratutita che aiutano a proteggersi da truffe e malware che prendono di mira i dispositivi mobili.

La Polizia avverte

La Polizia di Stato fa inoltre presente che ultimamente è stata segnalata una variante che prevede la ricezione di una telefonata da parte di soggetti che si fingono operatori della Polizia Postale. Anche in questo caso, grazie alla tecnica dello spoofing, la telefonata sembra giungere dal vero numero di telefono dell’ufficio della Polizia Postale competente per territorio, così come visibile sui canali web e social ufficiali della Polizia di Stato.

Per evitare di cadere in simili raggiri, la Polizia di Stato consiglia di diffidare totalmente di chi, spacciandosi per un assistente del servizio clienti della propria banca o per un operatore della Polizia Postale, richiede l’esecuzione di bonifici o pagamenti in qualsiasi forma.

Come spesso ricordato dagli stessi istituti di credito, la Polizia di Stato ribadisce che le banche non chiedono mai ai propri clienti - né per telefono né per email - di eseguire movimentazioni di somme di denaro o di comunicare le proprie credenziali di accesso ai servizi di home banking.