Sos assistenza domiciliare. Indietro tutta sulla disabilità. Dalla Regione al caso Cinisello. Meno contributi e più spese

Mentre le associazioni delle famiglie si preparano al flash mob di protesta sotto Palazzo Lombardia l’amministrazione cinisellese alza le tariffe dei servizi comunali per le persone non autosufficienti .

Sos assistenza domiciliare. Indietro tutta sulla disabilità. Dalla Regione al caso Cinisello. Meno contributi e più spese

Sos assistenza domiciliare. Indietro tutta sulla disabilità. Dalla Regione al caso Cinisello. Meno contributi e più spese

Anastasio

Dallo Stato ai Comuni, passando per la Regione Lombardia, ogni istituzione sta rimettendo mano alle misure e ai fondi a sostegno della disabilità. L’impressione è che ognuno incastri il proprio pezzo senza che sia possibile capire quale disegno emergerà dal puzzle una volta finito. Per ora non sembra si possa essere ottimisti. Non per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, particolarmente preziosa per chi convive con le disabilità più gravi. L’ultimo caso a Cinisello Balsamo: qui la Giunta comunale ha appena deciso di rincarare le tariffe del SAD, il Servizio di Assistenza Domiciliare dedicato alle persone non autosufficienti e a chi se ne prende cura. Si differenzia dall’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), garantita invece dalla Regione, per il tipo di intervento previsto. Nel caso del SAD si tratta, infatti, di aiutare l’assistito a mantenere la propria igiene personale, a lavarsi, cambiarsi e vestirsi. Questo servizio non è gratuito: le famiglie devono compartecipare alle spese pagando una parte della quota che deve essere corriposta alle cooperative che si aggiudicano il bando comunale. Ed è proprio questa la quota che la Giunta cinisellese ha deciso di rincarare con l’ultima manovra di Bilancio per fare quadrare i conti del Comune. Un rincaro significativo, quello che scatterà dal primo di aprile: la tariffa massima a carico dell’assistito salirà da 2 a 7 euro all’ora. Più che triplicata. Vale la pena aggiungere, allora, che anche le recentissime delibere della Giunta regionale vanno ad incidere sull’assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti, a chi ha disabilità gravissime, ai più fragili. E per ora è difficile dire che vi incidano in maniera migliorativa, anzi. La Regione ha deciso di ridurre, a partire da giugno, i contributi mensili ai quali hanno diritto le famiglie delle persone con gravissima disabilità con l’impegno e il disegno, almeno sulla carta, di potenziare l’assistenza domiciliare diretta. Un principio condivisibile, se solo non ledesse la libertà di scelta delle famiglie, ma soprattutto se i servizi di assistenza domiciliare fossero adeguati al bisogno e alla domanda delle famiglie. Così, invece, non è: nel settore dell’assistenza domiciliare c’è già da tempo e continua ad esseci una carenza tale di infermieri, educatori, logopedisti e altri profili professionali, che le famiglie restano mesi interi senza poter usufruire dei servizi ai quali hanno diritto. Ed è difficile immaginare che da giugno tale carenza possa essere superata perché non si è ancora intervenuti su alcuni dei fattori che la determinano, a partire dalle retribuzioni garantite a chi decida di lavorare nell’assistenza domiciliare, decisamente non competitive. Dopo la mobilitazione delle associazioni della disabilità, la Giunta regionale ha fatto parzialmente marcia indietro: alcuni tagli sono stati azzerati (quelli alle famiglie delle persone con disabilità complesse), altri sono stati ridotti. Ma si tratta di una pezza temporanea. E le nuove richieste di contributo per la disabilità gravissima (B1) che arriveranno tra marzo e ottobre rischiano seriamente di finire in lista d’attesa e rimanervi finché non si libera un posto.

Se si considera che diverse famiglie che usufruiscono del SAD usufruiscono anche dalle B1, il quadro per i prossimi mesi è presto delineato: la spesa andrà crescendo, i sussisi diminuendo, mentre i servizi ricevuti resteranno gli stessi, nella migliore delle ipotesi, o, scenario più plausibile, peggioreranno se è vero che, per effetto della stessa delibera regionale, saranno in parte trasferiti a quei Comuni che già oggi arrancano. Lo Stato che c’entra? La delibera regionale recepisce – sia pure con una dose di discrezionalità – il nuovo Piano Nazionale per le Non Autosufficienze varata dal Governo Draghi, confermato dal Governo attuale.

Quanto al SAD, l’assessore cinisellese Riccardo Visentin sottolinea "che le tariffe erano ferme dal 2007, che nonostante l’adeguamento Cinisello mantiene una tariffa massima pari alla metà di quelle in vigore nei Comuni limitrofi, che il SAD riguarda solo un’ottantina di famiglie e solo 20-25 di queste sono destinate a pagare la massima". L’assessore assicura, infine, che il "Comune assorbirà una parte maggiore della quota qualora per alcuni casi dovesse rendersi necessario". Va precisato, però, che sul SAD ci sono liste d’attesa e che altri Comuni hanno individuato fasce di esenzione. Lina Lomuscio, presidente del Gruppo Accoglienza Disabili di Cinisello, chiede alla Giunta un tavolo di confronto: "Il SAD è un servizio sociosanitario essenziale, spesso prescritto come tale dalle équipe di valutazione multidisciplinari per assicurare benessere e sostegno alle persone con disabilità e agli anziani non autosufficienti. L’aumento delle tariffe aggrava una situazione già critica perché d oggi non tutte le persone che hanno necessità di tale servizio riescono ad accedervi a causa della lista di attesa. Chiediamo quindi alla Giunta di individuare i casi in cui il servizio sia di competenza totale o parziale del Servizio Sanitario, aprendo così un tavolo di confronto con la Regione perché assicuri il relativo finanziamento; di prevedere una fascia di esenzione ad almeno 6mila euro; di rivedere la soglia Isee oltre la quale applicare la tariffa massima perché il reddito definito in delibera tiene conto solo dell’adeguamento Istat ma non rispecchia il reale impoverimento delel famiglie"

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