ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

“Sono di Rozzano, lo uccido”. Fedez fa infuriare il sindaco: “La città non è il Bronx, basta luoghi comuni”

Milano, il primo cittadino Gianni Ferretti e la società civile mettono sotto accusa la frase del rapper: “Qui gente onesta e laboriosa”. Il caso della rissa con Iovino al The Club e la spedizione punitiva con gli ultras del Milan

Rozzano (Milano), 8 ottobre 2024 – Fedez, quella frase su Rozzano e la girandola di commenti che ne è derivata. “No, la nostra città non è un Bronx”. Secca e decisa la risposta delle istituzioni locali e della società civile alla ridda di affermazioni e allusioni scaturita dalla frase che Fedez avrebbe pronunciato lo scorso 22 aprile nella discoteca milanese The Club, dopo una rissa col personal trainer dei vip Cristiano Iovino. “Lasciatemi stare, che l'ammazzo: io sono di Rozzano!": queste le parole del rapper. Parole che hanno contribuito, sui social e sulla stampa, a riaccendere il dibattito su Rozzano, descritta da più parti come un contesto difficile, tra spaccio, degrado, delinquenza, quartieri popolari e abbandono scolastico. Una narrazione a tinte fosche che non piace agli abitanti della popolosa città alle porte di Milano, né tanto meno al sindaco Gianni Ferretti. 

L'offesa gratuita nei confronti della città di Fedez non è piaciuta al sindaco di Rozzano Ferretti
L'offesa gratuita nei confronti della città di Fedez non è piaciuta al sindaco di Rozzano Ferretti

La reazione in un video su Facebook

“Basta coi luoghi comuni, ci rifiutiamo di subire queste etichette – dice il primo cittadino in un video messaggio sulla pagina Facebook del Comune -. Rozzano è abitata per la stragrande maggioranza da persone oneste e perbene. Ospitiamo un quartiere popolare che è il più grande d’Italia e uno dei più grandi d’Europa (nei palazzi Aler vivono 14.500 persone, ndr), che declina delle problematiche, ma che non ci rende diversi da tutti gli altri Comuni d’Italia”. Ferretti ricorda inoltre come la città sia culla di grandi eccellenze, dalla biblioteca di Cascina Grande all’Osservatorio astronomico, dal castello visconteo alle chiuse vinciane sul Naviglio Pavese. “Questa è la Rozzano che vogliamo raccontare, e non quella che ci descrive come culla della malavita”.

Gli stessi concetti sono ribaditi in una lettera aperta firmata, oltre che dal sindaco, da numerosi rappresentanti della società civile di Rozzano: parroci, dirigenti scolastici, presidenti di associazioni. Tutti concordi nell’affermare che il tessuto locale è formato “da persone che lavorano onestamente, si prendono cura della propria città e crescono i loro figli con dignità e correttezza. Il quartiere Aler non è un ghetto, ma una comunità basata su condivisione, umanità, rispetto e solidarietà. Rozzano, come tutte le città, ha i suoi problemi e le sue criticità, ma li affrontiamo a testa alta, con senso di responsabilità e fiducia. Non ci tiriamo indietro di fronte alle difficoltà”.