Sms per invitare al comizio di Di Stefano Scoppia il caso

Ha suscitato irritazione tra molti elettori sestesi l’uso dei numeri privati per la campagna elettorale

In passato erano state le lettere, in piena campagna elettorale, inviate famiglia per famiglia – anche ai morti – a nome dell’allora sindaco uscente Monica Chittò. Stavolta a far scoppiare il caso sono gli sms inviati a nome di Roberto Di Stefano, primo cittadino in cerca della riconferma il 12 giugno. "Non ho mai firmato alcun consenso, non ho mai fornito il mio numero personale, non volevo ricevere messaggi come questo. Come è stato possibile?". La domanda arriva da molti sestesi, che nei giorni scorsi hanno ricevuto l’invito per il comizio di ieri sera che, a Cascina Gatti, ha aperto (per la seconda volta) la corsa del centrodestra. "Ti aspetto domenica 8 maggio alle 18 al Parco Bergamella per l’apertura della campagna elettorale, con musica e salamella per tutti!", firmato “Sindaco Roberto Di Stefano”. "Sono dati che possono essere comprati e ceduti dalle società a cui si dà il consenso per la commercializzazione del numero", spiegano dal centrodestra. Tuttavia, l’episodio ha irritato parecchi, l’opposizione ha parlato di "possibile violazione della privacy". La polemica arriva dopo quella delle scorse settimane sulla distribuzione porta a porta di un libretto inviato per raccontare i 5 anni di governo cittadino pochi giorni prima della convocazione dei comizi elettorali. Una pubblicazione full color, pagata dal Comune (e quindi dai cittadini) per "obbligo di legge", avevano risposto dalla Giunta. Ma la norma non impone di stampare e distribuire la relazione di fine mandato a spese dei contribuenti bensì solo di renderla pubblica (quindi sul portale cittadino). La.La.

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