Lo smart working e i rumori molesti: come convivere con i vicini di casa

Il virus ci costringe in appartamenti poco isolati dal punto di vista acustico. "Problema ignorato da anni"

Rumori molesti

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Le restrizioni pandemiche costringono a trascorrere più tempo in casa: i ragazzi per la dad, gli adulti in smart working. Ma il risultato di questa permanenza domestica, se si vive all’interno di un condominio, potrebbe non essere piacevole fino a sviluppare quasi una sindrome: quella di vivere "assediati" dai rumori provocati dai vicini. Scalpiccii, ante che sbattono, sedie trascinate, oggetti che cadono offrono l’idea di quanto può essere ampia la casistica dei suoni fastidiosi che possono generare altri inquilini (e chi se ne sente vittima). "Consumare molto tempo fra le quattro mura domestiche può aver messo alla prova la tenuta dei nervi ma il punto vero è un altro. C’è un problema cronico in molte abitazioni, anche quelle ristrutturate di recente: l’isolamento acustico insufficiente e non a norma di legge" sottolinea l’ingegnere Ezio Rendina, ceo di Viva Consulting che da 30 anni si occupa di ingegneria acustica.

La legislazione in materia ha due capisaldi: il Dpcm del 1997 che fissa i livelli minimi di isolamento acustico tra unità immobiliari. E poi la legge regionale del 2001 che stabilisce che i progetti relativi ad interventi sul patrimonio edilizio esistente che ne modifichino le caratteristiche acustiche debbano rispettare i requisiti stabiliti dalla legge. "Gli stabili costruiti dopo il 2008 rispettano i requisiti più o meno fedelmente. Per le case costruite prima il discorso è diverso, inoltre le disposizioni vengano ignorate da molti progettisti durante le ristrutturazioni. Le facciate dovrebbero isolare almeno 40 decibel, i muri di separazione almeno 50 decibel ma spesso non è così". "Nell’ultimo anno c’è stato un calo del clima acustico nelle ore serali e notturne, soprattutto nelle zone della movida. Ma il livello di rumore prodotto dai mezzi privati in città non è calato di molto: a fronte di una riduzione della mobilità del 50% c’è stato un contemporaneo aumento delle velocità dei veicoli. In più Atm ha mantenuto al massimo la capacità del trasporto pubblico per evitare assembramenti. Ma i tram, soprattutto in curva, sono protagonisti di grandi emissioni sonore". Quali sono le soluzioni? Secondo l’esperto "per risolvere il problema è essenziale affidare ad un ingegnere un progetto complessivo. Il Comune di Milano dovrebbe poi imitare altri comuni e, prima di rilasciare l’abitabilità, richiedere un collaudo acustico".

L’Oms riconosce gli effetti negativi del rumore ambientale, come disturbi del sonno, stress e problemi cardiovascolari in soggetti che vi sono sistematicamente esposti. La prima mossa da fare sarebbe sempre quella di rivolgersi all’amministratore del condominio ma non è raro che si finisca per adire le vie legali al fine non solo di far cessare le immissioni ma anche di ottenere un risarcimento. Oppure ci si "logora" in liti continue con vicini. Le conseguenze possono essere imprevedibili: lo scorso mese a Garbagnate Milanese una donna invalida al 100% e la figlia hanno subito un brutale pestaggio nel corridoio del loro condominio per l’azione scellerata di un vicino di 33 anni e di un amico 47enne. Avevano s olo chiesto ai due uomini di fare un po’ di silenzio.

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