SIMONA BALLATORE
Cronaca

Sit-in al Tenca, liberato il Parini. E all'Albe Steiner si mobilitano i prof

La presa di posizione del collegio docenti: "L’attualità entri in classe, non possiamo affidare i ragazzi ai social". Lezioni di diritto umanitario internazionale, educazione alla pace e più formazione per gli insegnanti.

Sit-in al Tenca, liberato il Parini. E all'Albe Steiner si mobilitano i prof

Sit-in al Tenca, liberato il Parini. E all'Albe Steiner si mobilitano i prof

L’occupazione del classico Parini si chiude con un giorno d’anticipo, senza danni e con una lettera di solidarietà al dirigente scolastico dall’Associazione Nazionale Presidi ("Impedire in gruppo con la forza a uno studente o a un lavoratore di entrare in classe è un atto di squadrismo. Punto. Fuori luogo è invece la dichiarazione fatta ieri dal sindaco Giuseppe Sala"). A prendere in mano la “staffetta“ di proteste ieri mattina è stato il liceo Tenca. Non un’occupazione ma un sit-in, scattato all’intervallo nel cortile e promosso dal collettivo. Al centro problemi molto scolastici, dai bagni inagibili ai costi esorbitanti delle gite fino all’assenza di tende in classe, col sole che “batte“ sulle Lim. Tra le richieste "un’aula autogestita dagli studenti". In mattinata il confronto con il preside Mauro Zeni: "Ho aperto subito un confronto con loro: quello che sta emergendo dagli studenti è il desiderio di essere ascoltati dagli adulti – spiega –. Alcune delle problematiche evidenziate sono reali, come quella di alcuni bagni inutilizzabili, per i quali avevamo già chiesto l’intervento a Città Metropolitana. Altre sono più pretestuose, ma il dialogo è costante. Sull’aula autogestita ho spiegato la situazione: non abbiamo spazi neppure per nuovi iscritti, avrei dovuto aprire 19 prime quest’anno anziché 12. Hanno un’aula per ritrovarsi il venerdì pomeriggio, ma uno spazio permanente, in questa situazione, è impossibile". Manifestazioni e proteste continueranno fino (almeno) a domani, giorno dello sciopero studentesco e del corteo contro la violenza di genere.

E se tra le motivazioni ricorrenti nelle mobilitazioni di queste settimane spicca la necessità di una scuola che si occupi maggiormente di attualità, sono gli stessi insegnanti a sollevarne l’urgenza: il collegio docenti dell’Istituto Albe e Lica Steiner ha approvato un documento a larga maggioranza "consapevole del ruolo cruciale della scuola per l’educazione alla pace", in una "situazione internazionale che vede il ritorno di uno spirito belligerante che ricorda i venti di guerra del primo Novecento".

"L’idea è nata da alcuni colleghi – spiega la professoressa di Storia e Italiano, Francesca Castelli –: soffermiamoci a pensare a quello che sta succedendo, non solo da ottobre tra Palestina e Israele ma in generale sulla situazione internazionale, interessata dai fenomeni di guerra. I ragazzi hanno preso parola, con manifestazioni e proteste, vorremmo stimolare tutti a riflettere su come parlare e cosa fare a scuola su questi temi, visto che abbiamo tra gli obiettivi di cittadinanza quello di educare alla pace e alla non violenza". Troveranno spazi di condivisione tra docenti per confrontarsi sulla metodologia (dibattiti, lavori di gruppo e analisi delle fonti), si autoformeranno e formeranno i ragazzi sui conflitti in corso, attrezzandoli a una conoscenza di base del diritto umanitario internazionale. "Non possiamo non occuparci di aspetti che riguardano il nostro presente e lasciare che gli studenti si informino attraverso i social – conclude la professoressa Castelli –: è necessario affrontarli con i ragazzi per educare alla pace".