Siringhe e insidie nelle aree verdi: bimba di tre anni si punge

Scatta l'allarme: "Servono controlli"

Durante le pulizie periodiche nei parchi milanesi spesso gli addetti trovano siringhe nascoste  nell’erba Vengono abbandonate da balordi tra lo sconcerto delle mamme a passeggio con i bimbi

Durante le pulizie periodiche nei parchi milanesi spesso gli addetti trovano siringhe nascoste nell’erba Vengono abbandonate da balordi tra lo sconcerto delle mamme a passeggio con i bimbi

Milano, 7 aprile 2018 - Tossicodipendenti nei parchi, siringhe gettate a terra, segnale del preoccupante ritorno in voga delle sostanze stupefacenti da iniettare in vena. Pericoli che si nascondono nell’ombra. E conseguenti richiesta, da parte dei residenti, di controlli e pulizia delle aree verdi. Interventi per evitare episodi come quello avvenuto nei giorni scorsi al parco di via Argelati, di fianco all’asilo nido comunale. Una bambina di 3 anni e mezzo stava raccogliendo le prime margherite della stagione per fare una sorpresa al suo papà. In pochi attimi la sua allegria si è trasformato in un pianto scomposto: l’ago di una siringa nascosta nell’erba ha trafitto una sua gamba. Inizia così l’incubo per lei e per i due genitori.

E la fine della tranquillità per molte famiglie che vivono sui Navigli. «Viviamo nell’angoscia», dice Elisabetta Corvini, la prima a soccorrere la piccolina quel giorno maledetto e amica di famiglia: «Erano le 19. Mio figlio di 9 anni stava giocando a pallone ed ero seduta a chiacchierare con le mamme sotto gli alberi. La bambina invece era con le sue amichette vicino al muro di cinta che divide l’area verde con la piscina Argelati. Per raccogliere i fiori si è accovacciata ed in quel momento è stata ferita dall’ago: è arrivata da noi con le lacrime agli occhi e la siringa ancora conficcata nella gamba. Abbiamo disinfettato con quanto avevo nella borsa».

Il seguito è un’odissea tra gli ospedali. Prima la corsa in taxi verso il San Paolo, dove è stata sottoposta alla profilassi per impedire infezioni. Poi il ricovero, il giorno successivo, alla clinica De Marchi dopo malori nella notte. E infine al Sacco per ulteriori accertamenti. Elisabetta è sul piede di guerra, come altre mamme: «Era già successo che qualche balordo lasciasse le siringhe nel parco negli anni scorsi. Tre anni fa qualcuno le aveva addirittura lanciate nel giardino del nido. Ma nessuno si era mai fatto del male. Ora si è superato il segno. Non è ammissibile avere paura di portare all’aperto i propri figli». Alcune madri con figli al nido, saputa la notizia, appaiono increduli. Come Valentina Bini che ha una piccola di 3 anni: «Assurdo. Di giorno al parco ho sempre visto solo genitori o nonni coi bambini oppure ragazzi che fanno sport». Di notte però le frequentazioni sono altre.

Tossicodipendenti che entrerebbero dall’ex Sieroterapico di via Segantini, un edifico fatiscente noto come «fortino della droga» e più volte espugnato dalle forze dell’ordine. Lungo la recinzione ci sono dei varchi che garantiscono l’ingresso nel parco Argelati, chiuso ufficialmente dalle 20.30. Ma in realtà abitato al buio da chi vuole «trastullarsi» con sostanze stupefacenti nel campo da calcio. L’illuminazione assente lì garantisce una viziosa privacy. Serve un lampione in più? «Non basta» dice Andy Boiocchi che da 10 giorni ha smesso di portare la figlia di 4 anni in via Argelati e punta il dito contro i pusher, gambiani soprattutto, che si muovono di sera lungo i ponticelli del Naviglio Grande. «Non avvicinano solo i clienti adulti dei locali ma anche i ragazzini a cui propongono hashish e anche sostanze pesanti».

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