Milano, Simba La Rue e Baby Gang condannati insieme alla loro “crew” per la sparatoria in Corso Como

I fatti risalgono a luglio 2022 Le imputazioni erano rissa, rapina, lesioni e porto abusivo di arma da sparo

Baby Gang e Simba La Rue in due video musicali precedenti alla sparatoria

Baby Gang e Simba La Rue in due video musicali precedenti alla sparatoria

Simba La Rue, Baby Gang e altri sei giovani della loro “crew” sono stati condannati con rito abbreviato per la sparatoria avvenuta nella notte del 3 luglio 2022 nella zona di Corso Como a Milano, nel corso della quali erano rimasti feriti due senegalesi. Le imputazioni, a vario titolo, erano rissa, rapina, lesioni e porto abusivo di arma da sparo (una pistola).

Il trapper Simba La Rue, pseudonimo di Mohamed Lamine Saida, è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di carcere, mentre Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, a 5 anni e 2 mesi. Agli altri membri del gruppo sono state inflitte condanne fino a 5 anni e 8 mesi. Il caso è stato istruito dal pubblico ministero Francesca Crupi, titolare della più ampia inchiesta che riguarda le violenze e le faide tra gruppi di rapper e trapper.

La sparatoria

Nella notte tra il 2 e il 3 luglio dell’anno scorso, tra il gruppo dei due trapper e un gruppo di senegalesi era scoppiata una rissa fuori dalla discoteca Hollywood, culminata con l’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco. Arrivati al locale, nel pieno della zona della movida milanese, i poliziotti trovarono tre cartucce calibro 9 di una pistola scacciacani. Tutti i soggetti coinvolti erano fuggiti.

Un’ora dopo arriva la segnalazione di un altro scontro in strada con altri colpi d’arma da fuoco tra viale don Sturzo e via D'Azeglio. Gli agenti, accorsi, trovano un senegalese di 29 anni con una ferita d’arma da fuoco e, pochi minuti dopo, in corso Garibaldi, trovano un altro connazionale di 28 anni ferito a entrambe le gambe. Una delle vittime indica i nomi dei responsabili: tra loro ci sono La Rue, Baby Gang e altre persone che fanno parte della loro cerchia ristretta. Da lì comincia l’indagine che ha portato alle condanne odierne.

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