La «storia» su Instagram esce a metà mattina. Il sindaco Giuseppe Sala torna a parlare di sicurezza a Milano e lo fa esprimendo questa tesi: "C’è un’evidente campagna politico-mediatica contro Milano". Il numero uno di Palazzo Marino non scrive con chi ce l’ha esattamente ma si può azzardare che nel mirino di Sala ci siano i partiti di centrodestra e gli organi di informazioni che guardano con simpatia verso il fronte sovranista moderato e con ostilità verso il fronte progressista. Nel mezzo ci sono i post sui social di vip e influencer che denunciano l’insicurezza del capoluogo lombardo. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati quelli dell’attore e regista Carlo Verdone ("Alla stazione di Milano ho avuto più paura che a Roma") e della cantautrice Levante, che ha raccontato del quarto furto d’auto subito all’ombra della Madonnina. Ma l’elenco di personaggi famosi che hanno parlato dell’insicurezza di Milano è lungo: Chiara Ferragni, Elenoire Casalegno, Giulia Salemi, Flavio Briatore, Christian Vieri, Saturnino Celani…
Il sindaco, che lo scorso 2 ottobre ha nominato l’ex capo della Polizia Franco Gabrielli come suo delegato alla Sicurezza e alla Coesione sociale, ieri nella storia su Instagram ha provato a replicare, ancora una volta, a chi sostiene che a Milano ci sia un’emergenza sicurezza: "Lo ridico: la sicurezza è un diritto che va garantito. È un tema comune a tutte le grandi città. Ma ciò non vuol dire che la questione sia meno importante per Milano". Fin qui, la premessa. Sala, a questo punto, parte al contrattacco: "Però... C’è un’evidente campagna politico-mediatica contro Milano. Guardate qui (dati forniti dalla Prefettura)". A seguire, una tabelle sugli "omicidi volontari consumati dal 1987 al 2023". Numeri che mostrano che negli ultimi 36 anni gli omicidi sono in netto calo: sono stati 8 nel 2023 (fino a questo momento) e 9 nel 2022, erano stati 11 nel 2017, 22 nel 2004, mentre nel 1994 il numero era stato di 36, nel 1992 di 43 e nel 1991 di 40, per citare solo alcuni dati. Insomma, il primo cittadino vuole mandare questo messaggio a cittadini, vip e organi di stampa: in passato Milano era molto più insicura.
Eppure lo scorso 2 ottobre era stato proprio Gabrielli, a fianco di Sala a Palazzo Marino, a sottolineare – dopo la premessa "Milano non è Gotham City" – che "la percezione di insicurezza non è un aspetto marginale. Non si può avere un atteggiamento di sufficienza o di imbarazzo quando si parla di insicurezza percepita, citando solo i dati sui reati in calo". Un messaggio un po’ diverso rispetto a quello lanciato ieri dal sindaco. Sfumature a parte, in ogni caso, Sala, Gabrielli e gli assessori Marco Granelli (Sicurezza) e Lamberto Bertolè (Welfare) – i quattro componenti del Comitato strategico per la Sicurezza e la Coesione sociale del Comune – stanno lavorando al Piano sulla sicurezza annunciato lo scorso 2 ottobre. Uno dei tre punti già indicati – azioni visibili sul territorio cittadino, a partire dal rafforzamento della presenza dei vigili su specifiche aree del territorio milanese e nelle ore serali e notturne – è un obiettivo su cui Sala e Gabrielli, in una recente riunione, hanno già concordato la strategia, contenuta nella delibera di Giunta approvata venerdì scorso (vedi articolo nella pagina seguente).
Su Instagram, intanto, il sindaco dice "continueremo a lavorare per migliorare la situazione" e conclude così: "Che ci sia una campagna politica e mediatica contro il sindaco ci sta. Ma chi per calcolo politico attacca Milano fa un danno ai tanti che grazie all’attrattività della città lavorano o comunque costruiscono le basi per le proprie vite". Il centrodestra boccia le parole del sindaco con il governatore lombardo e lumbard Attilio Fontana ("Non bisogna mai strumentalizzare in nessun modo, ma oggettivamente c’è una situazione in cui i cittadini sono preoccupati"), l’europarlamentare leghista Silvia Sardone ("Per l’influencer Sala il record di furti e rapine non contano") e il capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino Alessandro Verri ("Il sindaco cita solo i dati che fanno comodo a lui").