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Sgombero case Aler in via Bolla a Milano: 156 alloggi, 90 occupati abusivamente

L'assessore alla Sicurezza Granelli: "Stop all'illegalità e al degrado, a breve riqualificazione totale"

Sgombero case Aler in via Bolla a Milano: 156 alloggi, 90 occupati abusivamente

Milano, 3 novembre 2022 - "Oggi dopo un lavoro di 6 mesi guidato dalla Prefettura, intensamente chiesto e incoraggiato dal Comune, e dopo anni di completo abbandono da parte di Aler e Regione Lombardia, si compie una svolta vera, si dice alt all'illegalità e al degrado: le Forze di Polizia effettuano lo sgombero di un'intera palazzina in via Bolla, 156 alloggi di cui circa 90 occupati abusivamente". Ad annunciarlo, l'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli. La via è nota per il degrado e gli episodi di criminalità.

Riqualificazione a breve

"Aler, l'azienda che gestisce le case popolari della Regione, sta mettendo in sicurezza e a breve inizierà una riqualificazione totale. I servizi sociali del Comune di Milano hanno analizzato una ad una le situazioni sociali ed economiche dei nuclei familiari, Aler ha messo a disposizione numerose soluzioni per il sostegno abitativo, cui ha contribuito anche il Comune, per circa 50 nuclei familiari con minori - ha aggiunto Granelli -, perché non si mettono in strada i minori, per iniziare con loro un percorso di reinserimento sociale".

I dati sulle occupazioni

"In via Bolla le occupazioni sono continuate ininterrottamente per anni, fino a poche settimane fa. Nelle case popolari del Comune gestite da MM, pur non senza problemi che ogni giorno devono essere affrontati, nel 2014 e 2015 avvenivano 700 tentativi di occupazione all'anno; nel 2021 e 2022 i tentativi sono stati solamente 70 all'anno: 10 volte di meno. E la differenza si vede anche in via Bolla, da una parte il disastro delle occupazioni, dall'altra un quartiere dignitoso - ha concluso -. Noi vogliamo che in tutte le case popolari si viva meglio, nel rispetto delle regole, e questo è l'impegno del Comune di Milano, insieme a tutti coloro che ci stanno". 

Le palazzine coinvolte

Lo sgombero riguarda le palazzine ai civici 38, 40 e 42. Quelle che affacciano sul parcheggio dove lo scorso 10 giugno era una scoppiata una maxi rissa tra una sessantina di residenti con mazze e bastoni. Al momento - riferiscono dalla questura - le operazioni di liberazione e messa in sicurezza degli appartamenti si stanno svolgendo senza problemi di ordine pubblico. Le forze dell'ordine insieme al personale dell'Aler stanno partendo dai piani superiori per scendere gradualmente. Il quartiere è costituito da 156 alloggi, dei quali, a seguito del primo censimento svolto dall'Aler lo scorso mese di aprile, 91 risultavano abusivamente occupati. 

I casi di fragilità

Dei 55 casi in stato di necessità, emersi al primo censimento, a seguito di misure giudiziarie e abbandoni spontanei, si sono ulteriormente ridotti i casi di fragilità accertati, per i quali è stata assicurata una soluzione abitativa alternativa. Sono pertanto diventati 37 (per un totale di 141 persone, di cui 66 minori) i nuclei trasferiti, già nei giorni scorsi, presso i Servizi Abitativi Transitori messi a disposizione da Aler e Mm (23 nuclei Aler, per un totale di 107 persone, di cui 56 minori e 51 adulti, e 14 nuclei Mm, per un totale di 34 persone, di cui 10 minori e 24 adulti).

Il plauso di Piantedosi

Così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: "Esprimo grande soddisfazione per la definitiva liberazione degli alloggi occupati abusivamente". Piantedosi ha sottolineato "l'importanza di una complessa operazione che ha consentito di risolvere una annosa questione, che si protraeva da anni, grazie alla intensa attività svolta dalla prefettura di Milano con la fondamentale collaborazione della Questura, della Regione Lombardia e del comune di Milano. Lo sgombero ha consentito di ripristinare la legalità salvaguardando le persone fragili, cui è stata garantita la necessaria assistenza. Allo stesso tempo sono stati liberati spazi pubblici utilizzati anche dalla criminalità per i traffici illeciti, segnando la presenza dello Stato in un quartiere che ora potrà essere riqualificato".