Milano, 10 gennaio 2016 - Nato a Ferrara nel 1952, è un critico e storico dell’arte nonché scrittore, opinionista e politico, è stato in Parlamento per diverse legislature. È stato assessore comunale alla Cultura nella Giunta di centrodestra guidata da Letizia Moratti: l’incarico gli fu conferito nel 2006 e revocato due anni dopo per dissidi col sindaco.
1) Fa bene la destra a scegliere il sindaco solo dopo le primarie della sinistra?
Nella partita delle elezioni comunali milanesi il centrodestra ha sbagliato due volte. Un uomo politicamente abile e acuto come Silvio Berlusconi avrebbe dovuto indicare Giuseppe Sala come suo candidato quando questi era ancora neutrale, quando era ancora indeciso sull’opportunità di candidarsi con il centrosinistra perché dal centrosinistra gli si mettevano paletti su paletti, quali l’obbligo di partecipare alle primarie. Attendere, ora, che Sala vinca le primarie è altrettanto sbagliato perché l’esito della consultazione è scontato: le vince lui, gli hanno messo a fianco due figurette come Majorino e la vicesindaco di cui non ricordo il nome. È persino umiliante per Sala partecipare a queste primarie. Silvio avrebbe dovuto dire: “È il mio candidato”. E questa sarebbe stata una mossa vincente.
2) Però Sala in queste settimane ha ripetuto di essere di sinistra...
Questa storia che Giuseppe Sala è un uomo del Pd è ridicola, lui non è mai stato di sinistra, la sua storia è un’altra: è stato sempre scelto da noti esponenti del centrodestra milanese e lombardo come l’ex sindaco Letizia Moratti e l’ex presidente della Regione, Roberto Formigoni: la prima l’ha voluto come dirigente in Comune e poi, insieme al secondo, l’ha voluto a capo dell’Expo. Per questo Berlusconi avrebbe avuto gioco facile a intestarsi la candidatura del manager alle Comunali, ma non ci ha pensato e questo, ripeto, mi stupisce perché lui è un uomo politicamente acuto e abile. Forse è un segnale della pigrizia mentale che al momento caratterizza il centrodestra.
3) Li aiuti lei, allora: chi può battere Sala alle Comunali?
Io posso battere Sala alle Comunali. Per vincere ci vuole una figura popolare che la destra non spregia ma che non si consuma nella destra. Una figura che piaccia all’elettorato del centrodestra ma che non sia percepita come un politico di centrodestra. Né Silvio Berlusconi né Matteo Salvini hanno mai pensato a me per le elezioni comunali milanesi ma io credo che il mio profilo possa essere quello giusto...del resto è lo stesso profilo incarnato da Sala sul fronte opposto: lui non è di sinistra ma piace all’elettorato di sinistra, è popolare e non è un politico, non è figura immediatamente identificata o identificabile con un partito.
4) Alessandro Sallusti o Paolo Del Debbio possono vincere?
Paolo Del Debbio è persona ragguardevole ma non basta una trasmissione televisiva di successo per affermarsi come candidato sindaco a Milano. E non è abbastanza popolare. Alessandro Sallusti ha qualche chance in più perché ha un profilo più marcato da giornalista. Vede, l’anti-Sala deve far sentire la sua milanesità senza però essere troppo schierato: Marco Formentini vinse perché era della Lega ma non troppo, Gabriele Albertini vinse perché era uomo d’impresa prima che politico, la stessa Letizia Moratti non era una politica. Ma i nomi non mancano, non fosse per la pigrizia mentale del centrodestra di oggi!
5) A quali nomi sta pensando esattamente?
L’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, sarebbe perfetto: grande milanesità e poca caratterizzazione politica! Io farò comunque una mia lista alle Comunali, con me credo ci possa essere anche Giuseppe Cruciani della trasmissione radiofonica «La Zanzara». La minaccia di una lista autonoma può essere utile per poter poi fare l’assessore: con la Moratti andò così, mi chiese di ritirarla promettendomi in cambio un posto. Le anticipo, poi, che nelle prossime settimane usciranno dei sondaggi sulla mia popolarità e su quella di altri profili quali Passera e Bernardini De Pace...vedremo!
6) ll successo di Expo “falsa” la gara interna alla sinistra?
Io con Giuseppe Sala ho lavorato, ne conosco i pregi e i difetti. E posso dire che lui è un burocrate, non ha fatto nulla di strabiliante... l’Expo? Sa a che è servito l’Expo? È servito a convincere i turisti stranieri a scegliere altri Paesi per le loro prossime vacanze: dopo essere stati nel Padiglione Italia e averlo confrontato coi padiglioni di altri Stati, molti visitatori si sono definitivamente convinti che in futuro sarà meglio andare a fare turismo altrove, negli altri Paesi, non da noi.
7) Ferruccio de Bortoli assessore comunale alla Cultura: che dice?
Avevo un accordo con Giuseppe Sala in base al quale sarei stato io il nuovo assessore comunale alla Cultura, lo avevamo concordato nei mesi di Expo. Che adesso scelga de Bortoli mi stupisce: le sembra che il mio amico de Bortoli, persona che stimo, sia uno di sinistra? Certamente può avere qualche simpatia per il centrosinistra ma da direttore di quotidiano ha saputo rapportarsi anche al centrodestra.
8) Salvini non vuole Ncd in coalizione, Maroni invece sì
Per me ha ragione Matteo Salvini: io non prenderei mai con me quelli del Nuovo Centrodestra perché stanno a sinistra. Alfano è una figura lurida, ha avuto tutto da Berlusconi e ora è diventato la stampella dell’attuale presidente del Consiglio. Il suo Dna comincia e muore con Renzi e ormai porta danno, fa perdere più voti di quanti ne porti: bene fa Salvini a dire che bisogna escluderli dalla coalizione del centrodestra.
9) Quale priorità per la Milano di domani?
Milano in questi cinque anni è stata governata da un uomo indubbiamente sensibile ed elegante quale è il sindaco Giuliano Pisapia. Ma adesso la città ha bisogno di un personaggio diverso per riuscire a cambiare marcia e fare passi avanti. Diciamola così: finora Milano è stata governata da un personaggio tipico del pittore Lorenzo Lotto, ora invece ha bisogno di un personaggio Tizianesco.
10) Detto con parole a tutti chiare?
I personaggi di Lotto sono sempre pieni di dubbi, sono personaggi inquieti, e Pisapia me li ricorda parecchio. Nella scelta di non ricandidarsi a sindaco ha prevalso la dimensione individualistica, specie se si considera che tale scelta è stata fatta pochi mesi prima che iniziasse Expo: quale sindaco non avrebbe voluto vivere Expo da sindaco? I personaggi di Tiziano invece sono più decisi e determinati.
di GIAMBATTISTA ANASTASIO