Sfidò web e colossi del disco. Fallisce Musicraiser

La piattaforma di crowdfunding creata da Giovanni Gulino sommersa dai debiti. Festival al Carroponte, progetti e numeri in crescita fino alla pandemia

Il cantante Giovanni Gulino ha lanciato il progetto nel 2012

Il cantante Giovanni Gulino ha lanciato il progetto nel 2012

Milano - Il progetto era nato, nel 2012, da un’idea innovativa: combattere la crisi del mercato discografico con progetti di crowdfunding "dal basso", in grado di lanciare nuovi talenti e sostenerne la crescita. La piattaforma Musicraiser fondata dal cantante Giovanni Gulino, storico frontman della rock band Marta sui Tubi, è arrivata però all’epilogo dopo anni di successi che avevano fatto intravedere un’alternativa alle grandi etichette e alla giungla digitale. Il Tribunale di Milano ha dichiarato infatti il fallimento della società, già in liquidazione, con sede legale in via Cosimo del Fante 10, nel centro di Milano.

Dalla sentenza, che nomina il curatore e fissa l’adunanza per l’esame dello stato passivo, emerge che a presentare l’istanza di fallimento sono stati due ex collaboratori della società. Vanterebbero crediti per oltre 26mila euro per mancati pagamenti, al centro anche di un decreto ingiuntivo. Il Tribunale fallimentare, presieduto dal giudice Alida Paluchowski, ha riconosciuto lo "stato di insolvenza" della società e "l’esistenza di debiti erariali iscritti a ruolo e non rateizzati per circa 100mila euro".

Il sito internet della piattaforma di crowdfunding attualmente risulta chiuso, e anche i social non sono più aggiornati da tempo. Sembrano lontani anni luce - con la pandemia di mezzo - gli anni in cui il progetto incassava recensioni positive e macinava numeri in costante crescita: 150mila sostenitori, più di 1.400 progetti seguiti e oltre 5 milioni di euro raccolti, secondo gli ultimi dati ufficiali reperibili. Nel 2017 Musicraiser aveva finanziato la creazione di 200 album su un totale di 1.000 prodotti in Italia.

Nel 2015 la piattaforma aveva festeggiato i tre anni di attività con un festival al Carroponte di Sesto San Giovanni: sul palco band italiane come i Marta sui Tubi del fondatore, i Marlene Kuntz e il rapper EGreen. "L’idea nasce in un momento in cui il web e la diffusione digitale di contenuti artistici sta mettendo in crisi il mercato discografico – spiegavano i promotori – è l’epoca di Youtube, Spotify e delle canzoni scaricate, non vanno più di moda i cd-rom".

Su Musicraiser artisti emergenti o già sulla scena potevano presentare il proprio progetto che, una volta valutato da una giuria specializzata, poteva accedere alla raccolta fondi per trasformare il sogno in realtà. I donatori investivano così i loro soldi sul lancio di talenti emergenti, sfidando lo strapotere dalle grandi case discografiche. Un crowdfunding "made in Italy" scelto in passato da musicisti come Fabio Curto, Esa, Pinguini Tattici Nucleari e tanti altri, naufragato però sotto il peso dei debiti.

 

 

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