Seveso, cinque vasche solo sulla carta. E ogni pioggia è un pericolo

La guerra di carte bollate frena il piano contro le esondazioni

Il piano previsto a Bresso

Il piano previsto a Bresso

Bresso (Milano), 6 settembre 2018 - Cinque vasche di laminazione lungo il corso del Seveso, per eliminare le esondazioni a Niguarda. Questo è il progetto di Aipo (Agenzia interregionale per il Po) per raccogliere le acque di uno dei fiumi più inquinati d’Italia quando è in piena. Tutto è solo sulla carta.

Nessun invaso realizzato; solo alcuni scavi nella zona di Senago. A Bresso c’è la sospensiva ai lavori da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in attesa di una sua decisione futura, dopo il ricorso del Comune di Bresso il 25 luglio 2017. La terza e la quarta vasca, a Varedo e a Paderno Dugnano, sono state unite in una sola, sotto alla Snia di Varedo: il terreno è tutto da bonificare. Ci vorranno anni. La prima è a Lentate sul Seveso, la più lontana dalla metropoli. La più vicina è quella bressese, dentro il Parco Nord: è poco prima della tombinatura del Seveso di via Ornato; servirebbe molto a Milano con i suoi 250mila metri cubici. Il progetto prevede una capienza totale delle vasche da 4 milioni e 200 metri cubici. Ma tutto sembra sfumare. I finanziamenti stanziati si aggirano per le opere idrauliche sui 140 milioni di euro: 30 milioni per la vasca del Parco Nord. Contro la vasca sono nati alcuni comitati: dal 3 marzo 2015, quando il progetto fu presentato in città. Raccoltre tremila firme per dire «no» all’invaso e per difendere il bosco da 4 ettari: «La vasca è un’opera impattante – hanno sempre detto i comitati –. Distrugge il Parco Nord, è dannosa per la salute dei cittadini di via Papa Giovanni XXIII. Avremo sotto casa un lago con le acque sporche del Seveso».

Due ricorsi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche; entrambi bocciati nell’autunno 2017. A proporli, separatamente, il Comune di Bresso e il Megacondominio di via Papa Giovanni XXIII. La vasca finirebbe sotto le finestre di oltre mille residenti. Il progetto definitivo: la Conferenza di servizi regionale lo ha deliberato il 28 giugno 2017. A favore: il Comune di Milano e Regione Lombardia. Contro: il Comune di Bresso, che avanza con il nuovo sindaco, Simone Cairo, un’alternativa: «Potenziamo l’invaso esistente all’interno del velodromo all’aperto, tra Bresso, Cinisello e Sesto – conclude –. Fino a 100mila metri cubici. È meno impattante, si partirebbe dall’attuale vasca di circa 45mila metri cubici. Ci sarebbe consumo di suolo ma sarebbe lontana dalle case». Di vasche di laminazione si è parlato anche ieri in Regione, in commissione ambiente, dove è stata ascoltata Magda Beretta, sindaco di Senago, contraria al progetto: qui il cantiere che nessuno vuole si è arrestato prima di partire.

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