Setticemia dopo l’operazione Poteva salvarsi? Lo diranno i periti

Anna Giugliano si era sottoposta ad un intervento di chirurgia bariatrica per ridurre il peso. L’autopsia dice che la giovane è deceduta per una sepsi dovuta ad un’infezione ai punti di sutura .

Saranno i periti, uno nominato dalla famiglia e un secondo nominato dai legali del medico indagato a stabilire l’esatta dinamica della “colpa medica” che ha causato la morte di Anna Giugliano, la segretaria scolastica di 28 anni che si era sottoposta l’8 marzo a un intervento per ridurre il peso, attraverso la chirurgia bariatrica, all’Istituto clinico Humanitas di Rozzano. Una tecnica più volte sperimentata nella stessa clinica individuata dalla giovane per l’operazione. Ma una decina di giorni dopo, cioè il 21 marzo, è morta dopo essere arrivata nel Pronto Soccorso in condizioni disperate ed essere stata ricoverata nello stesso ospedale perché lamantava fortissimi dolori alla pancia. Ieri si sono svolti i funerali della giovane dopo il via libera alla sepoltura dato dalla procura. Nelle prossime settimane sarà depositata la relazione definitiva del medico legale che ha accertato la causa della morte: una setticemia dovuta a un’infezione addominale provocata dai punti di sutura. Anna Giugliano aveva cominciato a sentirsi male pochi giorni dopo l’intervento, e stando alla ricostruzione fatta dal suo legale, l’avvocato Simone Ciro Giordano si era recata al Pronto Soccorso di Novara, provincia in cui era residente, ma qui l’avevano inviata all’Humanitas dove arriverà accompagnata in auto dalla mamma, in condizioni gravissime. Un iter e un tragitto lungo che ha senza dubbio aggravato la sua situazione. Poteva essere salvata Anna? Se e quali responsabilità ha il Pronto Soccorso che non l’ha ricoverata subito? La paziente, aveva spiegato l’Humanitas, è stata “sottoposta in data 8 marzo ad un intervento di chirurgia bariatrica, era stata dimessa dall’ospedale in pieno benessere in data 10 marzo 2023. Dopo contatto telefonico con il chirurgo di riferimento, il 19 marzo è stata ricoverata in Pronto Soccorso dell’istituto Humanitas - si legge ancora in una nota - in condizioni apparse da subito critiche. Ogni trattamento rianimatorio e chirurgico posto in essere non è stato sufficiente a fronte di un situazione clinica già compromessa".

La denuncia sulla tragica vicenda della Giugliano era arrivata sul tavolo del pm Pasquale Addesso il 25 marzo. Nel giro di pochi giorni il fascicolo era poi passato per competenza al pool “ambiente, salute, sicurezza, lavoro“ e al pm Valentina Mondovì. Dopo il sequestro della cartella clinica e della documentazione medica, sono stati effettuati l’accertamento diagnostico e l’autopsia. Ora bisognerà attendere alcune settimane per il deposito della relazione finale dei consulenti incaricati dalla Procura e poi si andrà a processo.

Anna Giorgi

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