Sette note protagoniste. Bach diventa blues con il piano di Pieranunzi

Il concerto domani alla sala Verdi del Conservatorio, sul palco l’orchestra Filarmonica. All’Auditorium giovedì e venerdì un viaggio nostalgico fra Čajkovskij e Stravinskij. .

Sette note protagoniste. Bach diventa blues con il piano di Pieranunzi

Sette note protagoniste. Bach diventa blues con il piano di Pieranunzi

Ritorno alla grande musica. Primo appuntamento domani sera con Serate Musicali alla Sala Verdi del Conservatorio, alle 20.45 con Blues on Bach. Enrico Pieranunzi, fra i maggiori pianisti jazz al mondo, ha rielaborato alcuni brani di Bach. Con Pieranunzi l’Orchestra Filarmonica Italiana, al contrabbasso Luca Bulgarelli, alla batteria Mauro Beggio. Mercoledì, alla Sala Verdi alle 20.45, nell’ambito della Serie Smeraldo della Società dei Concerti, concerto Collezione Viotti con Camerata Ducale diretta da Guido Rimonda. Il programma del concerto è interamente dedicato a Giovanni Battista Viotti, il geniale compositore e violinista artista che reinventò l’arco del violino. All’Auditorium, Largo Mahler, giovedì alle 20.30 e venerdì alle 20 viaggio nostalgico fra autori e capolavori russi di Cajkovskij con Lo Schiaccianoci-Suite e di Strvinskij con l’Oiseau de feu, sul podio a dirigere l’Orchestra Sinfonica di Milano, John Axerold; sempre all’Auditorium domenica alle 16 Concerto Ristretto Kolja Blacher alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano propone di Britten Variazioni su un tema di Frank Bridge op.10 di Beethoven Sinfonia n.1 in Do maggiore op.21.

Grande attesa alla Scala per Médée di Luigi Cherubini, prima rappresentazione domenica 15 gennaio alle 20, sul podio a dirigere Michele Gamba, regia di Damiano Michieletto, protagonista Marina Rebeka. Opera in tre atti su libretto di François-Benoît Hoffmann, ispirato alla tragedia classica omonima di Euripide e alla versione seicentesca di Corneille, o forse anche alla tragedia di Seneca. L’opera come richiedeva l’opéra-comique ha i dialoghi recitati e ; venne rappresentata con successo a Parigi nel 1797 ma subito dimenticata, fu poi riproposta con entusiasmo nell’Ottocento e tradotta sia in tedesco che italiano, i recitativi furono musicati da Franz Lachner e da Luigi Arditi. Nella seconda metà del XX, grazie alla versione scaligera, del 1909, secolo fu una delle opere più osannate dal pubblico e dalla critica. L’interpretazione di Maria Callas del 1953 è entrata nella leggenda, ripubblicata quest’anno dall’Archivio Ricordi di Milano.

Grazia Lissi