
Sette giovani partigiani fucilati Storia di una crudele vendetta
di Barbara Calderola
L’intervento del podestà Mario Scotti graziò i pessanesi, ma al loro posto furono fucilati sette giovanissimi partigiani brianzoli. Un sacrificio che il piccolo centro dell’hinterland non ha mai dimenticato e che lo lega in un gemellaggio di valori e sentimenti a Carate, città natale di tre dei Martiri ogni anno al centro di una doppia celebrazione. Il 25 Aprile, per ricordarli, Anpi e Rete Antimafie Martesana hanno organizzato una Liberazione on-line, una lezione dello storico Damiano Dalerba, ex vicesindaco di Segrate, che ha ricostruito la vicenda e il suo tragico epilogo. Sullo schermo (e al link sul sito dell’associazione) la storia della vendetta per l’agguato della Brigata Garibaldi di Bussero che costò la vita al comandante delle officine Speer, il genio militare tedesco di stanza nel piccolo paesino dell’hinterland durante l’occupazione. Per colpire la resistenza, le SS scelsero un drappello di detenuti monzesi, il modo più crudele per compensare la perdita. Una pagina nera che i due Comuni legati dal ricordo non hanno mai smesso di tramandare. E quest’anno la memoria corre anche in rete. I prigionieri furono assassinati contro il muro di una porcilaia lungo il Molgora, e non a caso: la loro vita finì nello stesso punto in cui era stato ferito a morte l’ufficiale tedesco. "Dante Cesana, Claudio Cesana, Angelo Viganò, Mario Vago, Alberto Gabellini, Angelo Barzago e Romeo Cerizza vivono per sempre", dicono gli organizzatori. Ogni anno fra i due centri, Carate e Pessano, c’è uno scambio di onoranze solenni per non dimenticare. "Le strade erano deserte, le case avevano porte e finestre sbarrate, uomini e giovani erano fuggiti, la popolazione era terrorizzata - questo è il racconto di chi c’era quel giorno -. Tedeschi ubriachi giravano per le strade sparando all’impazzata, urlavano insulti e minacce". Poi la sventagliata di colpi "e i corpi dei ragazzi caddero a terra senza più respiro". Ascoltando il racconto sembra ancora di sentire i proiettili nell’aria con tutta la loro violenza. Il pensiero corre all’Ucraina dove la storia si ripete. "Nel cuore dell’Europa con nuovi sacrifici per la libertà, altre croci, altri martiri, altri eroi" e lo stesso orrore della guerra che sembrava non dover tornare più.