Sesto: morto Michele Michelino, "gigante nella lotta contro le morti sul lavoro"

Operaio alla Breda, aveva fondato il Centro di iniziativa proletaria e il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio

Michele Michelino

Michele Michelino

Sesto San Giovanni (Milano) – “Per ricordare tutti i lavoratori uccisi in nome del profitto”. Questa frase, ripetuta come un mantra alle manifestazioni, sarà più pronunciata da Michele Michelino, mancato oggi, giovedì 21 aprile, nel pomeriggio, come ha fatto sapere il fratello Alberto. Era ricoverato da giorni all’ospedale Niguarda. “Ormai eravamo preparati. Il suo ultimo pensiero è stato per la manifestazione del 30 aprile per la giornata in ricordo delle vittime di amianto e dei morti sul lavoro. Ci aveva detto di farla, anche senza di lui”, raccontano amici e compagni che si sono riuniti al centro di iniziativa proletaria di via Magenta, fondato proprio da Michelino.

Classe 1949, è stato un uomo di lotta. Nella fabbrica e fuori dal reparto. Una vita per difendere il diritto al lavoro, alla salute, alla casa. Una vita a chiedere giustizia “per tutti i lavoratori morti a causa dell’amianto e di manager che ne conoscevano già all’epoca la pericolosità”, ma anche per i famigliari. Perché, come ha sempre ricordato, “tante mogli si sono ammalate dopo aver lavato le tute blu, sporche di amianto, dei mariti di ritorno dalla fabbrica”. Aveva iniziato a lavorare nel reparto cavi alla Pirelli, dove è stato dal 1966 al 1974. Poi, dal 1976 al1997, Michelino è stato uno degli operai del reparto forgia, il più duro della Breda Fucine quando Sesto San Giovanni era ancora la Stalingrado d’Italia. La sua fabbrica e la sua Sesto è stata sempre senza la retorica del passato.

Perché “in quei capannoni ci si ammalava e si moriva anche di amianto e di mesotelioma pleurico. La fabbrica è stata lavoro, ma è stata anche dolore, fatica, condizioni esasperanti”. Per questo Michelino aveva abbracciato una battaglia instancabile: quella per chiedere condizioni migliori, di lavoro e di vita. Con il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio ha collaborato con associazioni, professionisti ed enti di tutta Italia per una nuova legge sul rischio ambientale pari a zero, per una nuova normativa sul riconoscimento delle malattie professionali e delle indennità, anche per processi più equi.

Il comitato sestese si è fatto parte civile in numerose cause: contro i manager della Pirelli, dell’ex Breda, anche nella vicenda giudiziaria che ha interessato la Scala di Milano. “Se ne va un gigante per la lotta contro le morti sul lavoro”, è stato scritto. E, ancora, “un compagno straordinario, un comunista, una mente lucida e illuminata come pochi in questi tempi sempre più bui”. Una persona “che aveva speso una vita intera in difesa dei diritti dei più deboli e per cambiare questa società basata sul profitto”. Sabato 30 aprile alla lapide di via Carducci si terrà l’annuale manifestazione per commemorare tutte le morti sul lavoro, le vittime di amianto e ricordare quanto la fibra killer sia un problema non del passato ma del presente e soprattutto del futuro. “La morte sul lavoro non è una fatalità, ma un crimine contro l’umanità”, ripeteva Michelino a cui, sabato prossimo, sarà dedicato il presidio che organizzava da oltre vent’anni.  

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