
di Laura Lana
"Bonifica di sito contaminato" si legge sul cartello posto sulle cancellate del cantiere, che ha chiuso più della metà dell’area dove da anni deve sorgere la Terrazza Bottoni.
Un progetto infinito, con lavori che si sono fermati oltre un anno fa per un’opera di riqualificazione che era stata pensata quasi dieci anni fa.
Per anni l’associazione Sottocorno e il Comitato Cascina Gatti hanno denunciato lo stato del terreno.
"Per questo motivo negli ultimi cinque anni siamo stati sempre ammoniti e ripresi perché usavamo il termine bonifica, che implica un percorso autorizzativo differente rispetto a quello che il Comune aveva previsto – ricorda l’associazione Sottocorno –. Oggi si conferma quello che abbiamo sempre sostenuto".
Entro la fine del mese si dovrà procedere con la raccolta della terra asportata. "Non sono stati eseguiti carotaggi a 7-8 metri, come abbiamo sempre chiesto e chiediamo ormai da anni, ma uno scavo in trincea, che guarda caso ha dato esito positivo proprio in prossimità del luogo dove il Comune di Sesto San Giovanni vuole installare i giochi per i bambini", sottolinea la onlus.
Come sarà riprogettata la Terrazza Bottoni, non è stato ancora illustrato pubblicamente. "Abbiamo chiesto come cambierà, avendo inventato una pista ciclabile in una zona dove non era prevista. Ora stiamo aspettando da più di un mese le nuove planimetrie e rendering dell’area – spiega ancora l’associazione Sottocorno –. Dalla discussione con l’amministrazione comunale abbiamo appreso che, a differenza del progetto originale, al momento spariranno le 32 panchine previste e aumenteranno a quattro i filari di alberi piantumati. Si cercherà di cementificare il meno possibile la zona della terrazza venendo incontro alle nostre richieste, mentre l’area giochi per bambini verrà eseguita con un “fondo morbido“".
Anche su questo punto, l’associazione Sottocorno ha proposto un’alternativa.
"Per legge le aree possono essere istituite anche su erba – si legge nella nota diffusa dalla onlus –: in questo modo non si creano isole di calore che le rendono inutilizzabili nei periodi più torridi, visto che in quella zona ormai non c’è più un albero, e si evita di cementificare il suolo senza la costruzione di un sottofondo in cemento".
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