Sequestrato dai creditori "Ti spezzo le ginocchia"

Botte e minacce a un soccorritore della Croce Rosa in servizio all’Humanitas. I 16mila euro per comprare Rolex e il blitz dei carabinieri: presa una ex collega

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di Nicola Palma

I soldi rastrellati tra i colleghi per acquistare all’ingrosso una partita di Rolex. Il piano di rivenderli sul web (su suggerimento di un amico gioielliere) per guadagnarci e ripagare così i creditori. L’operazione mai portata a termine e uno degli investitori che inizia a chiedere indietro i soldi con insistenza via via maggiore, in un crescendo di violenza che culminerà con un drammatico rapimento-lampo. La vicenda, scoperchiata da un’indagine dei carabinieri della Compagnia di Corsico, si è chiusa ieri con il fermo della quarantottenne Tiziana Paola B., del marito egiziano di 36 anni Elsayed E. detto Said, di suo cugino di 38 Ibrahim Z. alias Zaki e di un altro connazionale, il trentaseienne Ahmed A. "il Nero": i militari guidati dal tenente colonnello Domenico Lapadula e coordinati dal pm Rosario Ferracane li hanno portati in carcere con le accuse di tentata estorsione, sequestro di persona e rapina.

Gli accertamenti investigativi iniziano il 19 settembre, quando M.F., autista soccorritore della Croce Rosa in servizio all’ospedale Humanitas, racconta ai militari della Tenenza di Rozzano che circa un anno prima ha chiesto in prestito 16mila euro a un’ex collega per pagare debiti accumulati in passato per 50mila euro. A luglio sono iniziati i problemi, spiega: dice di aver ricevuto minacce sempre più esplicite da Tiziana Paola B. e dal marito, via Whatsapp e di persona. Poi arrivano i fatti. Un giorno, a fine turno, M.F. incrocia Said e Zaki nei parcheggi sotterranei della palazzina 8 dell’istituto clinico: lo costringono a seguirli, lo portano sul retro di un distributore di benzina e lo picchiano, con la donna che incita dall’abitacolo. La seconda aggressione va in scena il 4 settembre, preceduta da un blitz in mattinata nella casa in cui M.F. vive coi genitori: la donna fa sapere al padre dell’uomo che il figlio gli deve dei soldi; quando l’altro le risponde che per questioni del genere bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine, Said replica: "Tuo figlio farà una brutta fine". In serata, tocca a M.F.: viene intercettato alle 19 nel solito posteggio e nuovamente pestato dai tre. Poi Said lo prende per la nuca e gli urla: "Se non mi dai i soldi, ti ammazzo". Una settimana dopo, va in scena il rapimento: M.F. è già in macchina quando viene bloccato da Said e Zaki, che salgono "di forza" sulla sua auto e lo costringono a guidare dall’Humanitas fino a casa di Tiziana B.: lì gli levano il cellulare e lo fanno sedere sul divano.

Said afferra un pugnale e minaccia di usarlo per tagliare un orecchio al sequestrato; Zaki recupera dal balcone un grosso martello e si avvicina: "Ti spezzo le ginocchia: ti voglio rendere invalido, così ogni volta che guarderai le tue gambe penserai a chi è stato". Poi la scarica di calci e pugni e la lama puntata alla gola per costringere M.F. a firmare una scrittura privata in cui si impegna a restituire alla donna 40mila euro (più del doppio rispetto alla cifra prestata) in due tranche, il 15 settembre e il 25 dicembre. Non è finita: arriva il terzo uomo, un energumeno che tutti chiamano "il Nero" e che inizia a colpirlo con una raffica di cazzotti ai fianchi. "Puoi andare", lo liberano in tarda serata. Il 19, M.F. si presenta in caserma per denunciare tutto, ma il 23 gli aggressori tornano: Said lo segue in macchina fino a Lacchiarella, tanto che l’uomo, terrorizzato da quel pedinamento, chiama la stazione dei carabinieri per chiedere aiuto. Quello stesso giorno, a pericolo scampato, M.F. fa un’integrazione alla precedente querela: racconta la vera storia legata a quel denaro e spiega il suo progetto di fare (e far fare) soldi con le aste on line di cronografi di lusso. Particolari utili sì per la ricostruzione dei fatti, ma che in realtà spostano poco sul piano delle responsabilità dei quattro indagati, che, secondo l’accusa, avrebbero messo in atto "un’allarmante e inarrestabile escalation".

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