
A portarsi a casa la maglia nera per tasse universitarie è senz’altro l’Università dell’Insubria, che – secondo i redattori del rapporto – presenta il "peggior modello contributivo della Lombardia e, probabilmente, dell’Italia". L’ateneo, con sede a Como e Varese, richiede agli studenti le tasse più elevate d’Italia, seconde solo al Politecnico di Milano.
Non solo: l’Università dell’Insubria è anche uno degli atenei che più penalizza gli studenti "non meritevoli", ossia coloro che non sono riusciti a maturare abbastanza crediti universitari nei primi anni d’iscrizione. Per chi rimane troppo indietro con gli esami, infatti, l’ateneo varesino prevede un aumento significativo delle tasse universitarie, a prescindere dalla fascia di reddito di appartenenza.
Succede, dunque, che uno studente "non meritevole" sotto i 20mila euro di Isee arrivi a pagare 1.140 euro all’anno, mentre i suoi colleghi – nella stessa fascia di reddito – iscritti alla Statale di Milano o all’Università di Pavia non pagano nemmeno un centesimo. Non è un caso, infatti, che l’Università dell’Insubria sia l’ateneo che più di tutti fa affidamento sulle tasse universitarie per far quadrare il budget.
Quest’anno l’Insubria ha sforato dell’81% il limite massimo di tassazione. In altre parole, ha chiesto agli studenti di versare 8,2 milioni di euro in più di quanto consentito. Fa da contraltare, invece, l’Università di Bergamo, che – se confrontata agli altri atenei – è quella che fa pagare le tasse medie più basse, basandosi in misura minore sui contributi degli studenti.
Gianluca Brambilla