SIMONA BALLATORE
Cronaca

Scuole a due velocità. Un piano per ridurre le disuguaglianze tra centro e periferie

Il ministro Valditara ad Affori svela l’Agenda Nord per il rilancio di 245 istituti. Nella stessa città forbice di dispersione dallo 0,2% al 24%. Il caso Corvetto.

Scuole a due velocità. Un piano per ridurre le disuguaglianze tra centro e periferie

Scuole a due velocità. Un piano per ridurre le disuguaglianze tra centro e periferie

"Siamo una scuola di confine che ha fragilità, ma anche tante potenzialità": il preside Alfio Menga ha aperto al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara le porte dell’istituto Sorelle Agazzi, a cavallo tra Affori e la Bovisasca. L’occasione è la presentazione di “Agenda Nord“, il primo maxi piano che cala sulle regioni centro-settentrionali le iniziative intraprese al Sud per colmare i divari. Non c’è solo un’Italia spaccata in due, ma ci sono scuole che - anche all’interno di uno stesso quartiere - corrono a velocità diverse e devono far fronte a sfide più o meno grandi. Una mappa - spiegata dal presidente di Invalsi Roberto Ricci - mostra le sfumature milanesi e la complessità del suo arcipelago. "Se in Lombardia la dispersione scolastica implicita media è del 2,2%, ben al di sotto dell’8,7% italiano, a Milano città sale al 7,3%". Le prossime ricerche entreranno ancor più nei dettagli, ma possiamo già dividere la città in quattro zone, a seconda dei dati sulla dispersione scolastica implicita (che non corrispondono alle nove zone in cui è divisa la città).

Si scoprono così fattori di “rischio“, spesso legati a doppio filo col contesto socio-economici: se si guarda per esempio il valore degli immobili al metro quadrato, si nota che laddove è più basso - e la media si aggira intorno al 4mila euro - la dispersione scolastica tocca valori minimi di dispersione scolastica dell’11,4% fino ad arrivare al 24% (tra Corvetto e Calvairate, per esempio). Mentre nei quartieri più ricchi, dove gli immobili costano in media oltre 5.100 euro al metro quadro, il problema sembra non esistere (0.2%) o si contiene comunque al di sotto della media lombarda del 2.2%. In una zona gli studenti con almeno un anno di ritardo nel percorso scolastico sono oltre il 27% e gli alunni con background migratorio sono più del 37%, con un 10% di alunni stranieri di prima generazione e un 12% di seconda generazione. Lo scenario opposto trova quartieri col 15% di studenti in ritardo di almeno un anno, il 21% di alunni con background migratorio, ma gli allievi stranieri di prima generazione sono il 3,6%.

"Attualmente la fragilità educativa è fortemente influenzata dal contesto socio-economico-culturale di provenienza – spiegano da Invalsi –. I casi di Milano e di Torino mostrano che nelle aree meno favorite delle grandi città si verificano situazioni di estrema fragilità negli apprendimenti conseguiti dagli studenti e dalle studentesse e in buona parte, queste differenze così rilevanti trovano riscontro in una corrispondente forte eterogeneità della popolazione scolastica, sia in termini di percentuali di allievi che provengono da famiglie con meno risorse socio-economiche-culturali sia di allievi di origine immigrata". Sulla base di questa fotografia sono state selezionate 245 scuole che - da Roma in su - saranno al centro di una serie di interventi: da investimenti sulla didattica laboratoriale e digitale alle attività extra per arricchire i programmi, garantendo più opportunità per colmare i divari e invertire la rotta anche delle famiglie che lasciano la scuola sotto casa per migrare verso scuole del centro, fino a una maggiore retribuzione dei docenti in prima linea nel piano.

La chiave dell’istruzione innovativa si legge già in via Gabbro, tra le scuole che saranno al centro del programma. Serre idroponiche e aule stem, ragazzi all’opera con circuiti elettrici e artisti che ieri hanno mostrato i loro lavori al ministro, alla sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti e al direttore dell’ufficio scolastico regionale Luciana Volta. All’istituto Sorelle Agazzi la popolazione straniera supera il 70%. "Fino a pochi anni fa era un limite e molti decidevano di iscrivere i figli in altri istituti. Ora è diventata una opportunità. E quest’anno abbiamo registrato un aumento di iscrizioni del 10%". Controcorrente, quando il calo demografico soffia forte. "Girando l’Italia – conclude Valditara – mi sono reso conto che c’erano molte criticità nelle scuole di periferia. In alcune aree di Milano la dispersione scolastica è superiore alla media della dispersione in Campania e pari alla media sarda. Da qui l’idea che accanto all’Agenda Sud occorresse lanciare anche Agenda Nord". Dieci azioni per 220 milioni di euro.