SIMONA BALLATORE
Cronaca

Scuola, i sindacati ricorrono al Tar: "Non escludete gli educatori diplomati da nidi e materne"

La Fp Cgil contro l’ultimo bando di assunzioni del Comune di Milano. Troppo restrittivo, taglia fuori chi già lavora e i laureati non bastano. Oltre 120 lavoratori dal sindacato che si fa carico della causa

Un recente corteo di protesta degli educatori

Milano – Un ricorso al Tar della Lombardia è già stato depositato dalla Fp Cgil, a nome di undici educatori ed educatrici che avrebbero voluto partecipare al concorso del Comune di Milano per le scuole dell’infanzia (3-6 anni). Ne seguirà a ruota un secondo, per i nidi (0-3 anni): "Abbiamo già raccolto 110 adesioni - spiega Giovanni Molisse, segretario Fp Cgil Milano - ma domani (oggi per chi legge, ndr) incontreremo un’altra trentina di lavoratrici che vorrebbero fare ricorso". Perché i criteri per le assunzioni nei nuovi bandi si sono fatti più restrittivi nell’ultimo bando: "Non si tiene più conto, rispetto al passato, del diploma abilitante conseguito entro il 2001/2002. Possono partecipare solo i laureati", sottolinea Molisse.

E questo apre due fronti: "Da una parte c’è chi già lavora, come precario, nei servizi all’infanzia del Comune di Milano, e viene per la prima volta escluso dalle selezioni. Dall’altra si fa comunque fatica a rispondere al turnover, che in questo settore è forte ogni anno, sia per i pensionamenti sia perché molti passano alle scuole dello Stato, liberando posti". Sono circa 3.700 oggi le educatrici e gli educatori del Comune di Milano. Proprio oggi in consiglio comunale arriverà una mozione - a firma di Alessandro De Chirico (Forza Italia) - per chiedere l’"istituzione di nuovi nidi comunali ed incremento dei servizi dell’infanzia in tutti i Municipi di Milano" visto che più di tremila bimbi sono ancora in lista d’attesa nei nidi comunali.

La ricerca di personale è un problema cronico anche per gli asili paritari, al punto che Assonidi ha già chiesto a Roma di aprire un tavolo di lavoro per rivedere i percorsi di studio, visto che i laureati di Scienze dell’Educazione non coprono il fabbisogno e spesso, dopo l’alloro, virano su altre professioni o all’estero, anche per stipendi che non tengono conto dell’impegno e del carico di responsabilità. «C’è sempre bisogno di assumere - tira le fila il segretario della Fp Cgil - e il Comune ha fatto quindi bene a bandire questi concorsi. Ma l’esclusione dei diplomati ci costringe a presentare ricorso. Non credo sia dipeso da volontà politiche, l’Amministrazione comunale ha tutto l’interesse a garantire alle famiglie il servizio. Credo sia frutto di una cattiva interpretazione del nuovo Contratto collettivo nazionale delle Funzioni locali, firmato il 16 novembre, che prevede il passaggio di educatori ed educatrici dall’area istruttori a quella dei funzionari, dando per implicito il possesso della laurea per i funzionari. Ma la legge consente ancora l’accesso a chi ha un diploma abilitante".

E c’è pure un paradosso: "Tra le lavoratrici che si sono rivolte a noi ci sono tante educatrici che lavorano da anni nelle nostre scuole a tempo determinato. E  c'è chi è inquadrato come funzionario anche se non ha la laurea. Non consentiamo loro di svolgere un lavoro che già stanno facendo?".