Scuola di principesse: bimbe sui tacchi e corsi di bon ton, scoppia la polemica a Rho

Pioggia di critiche sui social: "Non è un modo per far divertire le bambine". Ma l'organizzatrice Stefania Vadalà: "Superiamo gli stereotipi di genere. Oggi si gioca alle principesse, domani agli indiani"

Di nobile in questa storia non c'è nulla, se non le intenzioni di chi ha pensato al corso e da giorni è travolta da una valanga di commenti negativi sui social. Stiamo parlando del primo corso in Italia per diventare principesse organizzato da Stefania Vadalà fondatrice della "Maison degli Eventi". La locandina pubblicata per presentare l'iniziativa è diventata virale e risvegliato gli hater.

Ma facciamo un passo indietro: il corso è destinato a chi ha dai 6 ai 9 anni con lezioni si terranno a Rho a partire da aprile, ogni mercoledì dalle 17 alle 17.45. Avrà una durata di tre mesi, dopo i quali sarà possibile ottenere un «attestato« che certifica l'incoronazione. Le lezioni di bon ton, trucco, portamento e camminata con i tacchi, dizione e acconciatura saranno tenute da un'insegnante che si firma "Miss G.". Accanto alla descrizione del corso la foto patinata di una bambina ben truccata e con tanto di corona. Tanto è bastato per mettere alla gogna l'ideatrice. "Scuola di principesse, bon ton e portamento sui tacchi. Nel 2023? Poi ci si chiede perché le donne non riescano ad emergere". Come se una cosa, il fatto di sapersi truccare, muovere e parlare bene, escludesse l'altra, ovvero il fatto di poter fare carriera. Ed ancora: "La cosa peggiore e deprimente è che se organizzi una cosa del genere e pensi di fare una cosa gradita non riesci a vedere il problema. Non ci riesci. Non lo capisci che non è una cosa carina per far divertire le bimbe...Alimenti questa mentalità ottusa, patriarcale e retrograda senza nemmeno rendertene conto e siamo noi pesanti e femministe (come se fosse un insulto poi). Imbarazzante". Fino a commenti sul fatto che sia un corso per principesse e che quindi il corso sia precluso ai maschietti, anche se per onor di cronaca nella locandina non si parla di bambine ma di principesse.

Stefania, 37 anni, mamma di tre figli (un maschietto e due femmine), wedding planner, spiega, "l'idea del corso è nata proprio giocando con i miei figli. Faccio giocare mio figlio con lo smalto e le mie figlie con il martello di Thor, incoraggiandoli a superare gli stereotipi di genere. I commenti mi hanno completamente spiazzata, ma devo dire che ho ricevuto anche tantissime telefonate e mail di chi mi conosce e dice di lasciar perdere - racconta Stefania -. Con le iniziative che organizzo nella mia ludoteca cerco di trasmettere l'entusiasmo del gioco e del divertimento proprio perché la mia infanzia è stata tutt’altro che giocosa. Mi piace infondere autostima e incoraggiare i bambini e le bambine a diventare qualsiasi cosa vogliano, perché a me hanno fatto credere di non essere abbastanza, di non poter sognare perché il combattere era piu sensato".

A chi la accusa di sessismo Stefania risponde con un post, "il corso non voleva proporre di abbracciare stereotipi di genere. Per noi bambini e bambine possono essere qualsiasi cosa, possono esprimere la loro bellezza attraverso qualunque forma, possono interpretare qualunque personaggio senza che questo etichetti il loro essere. Questa è una ludoteca. Il fatto che ci fosse una bambina nella foto di presentazione, scelta forse un po' sommaria, non esclude che l'invito fosse aperto a tutte e tutti. Oggi si gioca alle principesse, domani agli indiani. Tutto qui".

Principessa o no chi di noi (femmine) quando era bambina non ha rubato il rossetto alla mamma, indossato un abito lungo e infilato scarpe con i tacchi per gioco? Forse è proprio questo che Stefania voleva fare. Ma proprio come nelle favole in agguanto ci sono spesso lupi, orchi o streghe cattive. In questa storia ci sono i "leoni da tastiera".

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