
Il rendering del progetto
Milano, 24 giugno 2020 - Milano come Washington, con una grande scritta in strada con lo slogan anti-razzista “Black lives matter’’ (le vite dei neri contano). L’accordo era quasi fatto, le Sardine avevano proposto al Comune di replicare nel capoluogo lombardo il murale di cento metri vergato nella capitale statunitense dopo che un poliziotto ha ucciso l’afroamericano George Floyd a Minneapolis lo scorso 25 maggio.
Era stato individuato anche un luogo dove realizzare la scritta, la Biblioteca degli alberi a Porta Nuova. Ma alla fine l’accordo è saltato e la Sardine ieri pomeriggio hanno scritto un post su Facebook lamentandosi del rifiuto non solo di Milano, ma anche di Roma. Che cosa è andato storto? Questione di parole. A quanto si apprende, infatti, la proposta iniziale “Black lives matter’’ si è tramutata in una scritta riveduta e corretta in chiave italiana: “Human black migrant lives matter’’. A quel punto Palazzo Marino non si è detto più disponibile a realizzare il progetto. O “Black lives matter’’ come a Washington o nulla. Questa la risposta finale del sindaco Giuseppe Sala e dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno ai giovani. Da qui lo sfogo delle Sardine, un post su Facebook contro Milano e Roma intitolato "AAA coraggio cercasi": "Abbiamo il materiale per fare la scritta, abbiamo il progetto grafico, abbiamo i volontari e l’entusiasmo, ma siamo stufi di andare in giro per l’Italia a elemosinare permessi e autorizzazioni per quello che riteniamo essere un messaggio sacrosanto e l’inizio di un serio dibattito sulle nuove cittadinanze. Se conoscete qualche amministratore disposto ad ospitare quest’opera e condividere pubblicamente il rifiuto della politica sovranista fate un fischio".
Sempre in tema di migranti, ieri a Palazzo Marino si è registrata una polemica durante la commissione Coesione sociale sul “Supporto alimentare durante l’emergenza Covid-19: fase 3”. La vicesindaco Anna Scavuzzo ha fornito questi dati: oltre 600 le tonnellate di cibo distribuite a chi era in difficoltà durante l’emergenza coronavirus. Si tratta di 1,6 milioni di pasti equivalenti, che hanno raggiunto 6 mila famiglie, cui si sono aggiunti oltre 15.800 buoni spesa. Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale, però, nota: "Dai dati del Comune emerge che solo il 41% dei buoni alimentari erogati sono finiti a residenti di origine italiana mentre il 59% e andato a residenti di altra nazionalità. Ancora una volta le politiche anti-povertà del Comune discriminano gli italiani perché non considerano chi ha perso il lavoro, come le scodellatrici delle coop che lavorano per Milano Ristorazione".