NICOLA PALMA
Cronaca

Laboratori della Scala, niente accordo. Ora lo sciopero del 26 è più vicino

Passi avanti su organico e carichi di lavoro, ma per i sindacati non è abbastanza: oggi l’assemblea In caso di agitazione, l’apertura delle buste per la Cittadella di Rubattino potrebbe tenersi altrove

Artigiana a lavoro sulle scenografie monumentali usate per le opere del Teatro alla Scala

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Più sì che no. Alla vigilia dell’assemblea che stamattina deciderà se confermare o meno lo sciopero del 26 maggio ai laboratori della Scala all’ex Ansaldo, gli exit poll danno in netto vantaggio la prima ipotesi: alla fine l’agitazione si farà. Ovviamente, gli umori (e le relative decisioni) dei dipendenti di stanza in via Bergognone saranno giocoforza orientati dalle parole dei loro delegati sindacali, che ieri hanno incontrato il direttore del personale Marco Amoruso, altri manager del Piermarini e per la prima volta tutti insieme i responsabili di ognuno dei reparti che producono materialmente le scenografie, gli abiti, le parrucche e in generale tutto ciò che poi va in scena sul palcoscenico di via Filodrammatici.

L’esito del vertice, stando a quanto risulta al Giorno, non è stato ritenuto soddisfacente da parte dei sindacati, Cgil in testa, che hanno sì riscontrato la volontà dirigenziale di venire incontro ad alcune richieste su organici e carichi di lavoro ma hanno pure preso atto che su alcuni punti specifici il confronto è stato rimandato in attesa di avere un quadro più preciso su ciò di cui ci sarà bisogno per la prossima stagione lirica e per quelle successive.

Difficile che, con queste premesse, i dipendenti che solo qualche giorno fa hanno votato lo sciopero all’unanimità scelgano di fare un passo indietro. Quindi, a meno di sorprese dell’ultima ora, giovedì prossimo meccanici, falegnami, sarte e costumisti dell’ex Ansaldo incroceranno le braccia, con tanto di presidio in via Bergognone per spiegare le loro ragioni. Un’iniziativa che potrebbe provocare a cascata lo spostamento dell’evento in programma proprio quel giorno nei laboratori, alla presenza del sindaco e presidente della Fondazione Giuseppe Sala: l’apertura delle buste con le offerte per il concorso internazionale sulla costruzione della Cittadella di Rubattino, il nuovo polo che riunirà in un’unica sede laboratori e depositi del Piermarini e che darà nuova vita al quartiere della periferia est che lo ospiterà. Un cambio di location per non mischiare due fronti: quello della vertenza tra sindacati e direzione e quello che guarda al futuro prossimo del tempio della lirica.

La proclamazione dello sciopero è arrivata a valle di un’accelerazione da parte dei delegati che ha vissuto il suo snodo principale il primo maggio scorso, quando Cgil, Cisl, Fials e Uil hanno lanciato lo stato di agitazione e lo stop agli straordinari per protestare contro una gestione interna che a loro dire privilegerebbe "il rapporto diretto con i singoli, secondo una concezione paternalistica e talvolta autoritaria che riporterebbe indietro il teatro di decenni". A quel comunicato estremamente duro, hanno fatto seguito una serie di riunioni che hanno sciolto solo in parte i nodi sul tavolo.