CLAUDIO
Cronaca

Schiaparelli il West, i Sioux e le formiche...

Il signor Schiaparelli combatte una costante battaglia contro le formiche che invadono la sua casa, un trauma d'infanzia che lo porta a una tolleranza ambivalente.

Negri

Il signor Schiaparelli - emulo in sessantaquattresimo del signor Palomar di Italo Calvino – ha orrore delle formiche. Da piccolo si era seduto, senza avvedersene, su un formicaio: era stato soccorso quando ormai gli insetti si erano diffusi per tutto il corpo, fuori e dentro i panni, persino negli angoli più riposti delle sue mutande. Un trauma durevole: molti anni dopo, leggendo Gabo Marquez si era immedesimato a tal punto con l’estremo erede dei Buendìa di Cent’Anni di Solitudine, trascinato via da un’orda di formiche, da chiudere di scatto il libro in un moto di soverchiante ribrezzo. Ora succede che la casa del signor Schiaparelli, a ogni slargo di stagione e per la viva angoscia del proprietario, tenda a essere invasa dalle formiche.

È ogni volta una guerra di posizione, di estrema difesa lungo una vaga e incerta linea del Piave, purtroppo sfondata più volte e in più punti: si sa, le formiche vanno dappertutto. In choc anafilattico psicologico, il Nostro ricorda ancora la Grande Invasione dello studiolo, nel 2018: erano talmente tante e brulicanti che lui si era convinto di percepire l’odore del loro disumano pensiero chimico, i comandi di ritirata o di attacco. Ma con l’età, come capita, il signor Schiaparelli è sceso a patti di tolleranza coi suoi suoi orrori. Anzi: quando alla fine di ogni inverno scopre in casa formiche solitarie o a coppia distanziata, prova per loro una certa simpatia. Da umano arriva a comprendere la solitudine indomita di quelle esploratrici e le schiaccia di malumore sotto la ciabatta. "Sono come Lewis e Clark – dice tra sé con romantico rimorso – quando nei primi anni dell’Ottocento penetravano nel grande e sconosciuto Ovest americano". E pensa alle praterie dei Sioux, dove si scapicollavano i bisonti. O alle Montagne Rocciose, terse nel sentore muschiato dell’alce. Intanto la parte femminile della casa, preponderante per praticità e attivismo, dissemina i pavimenti di funghetti di plastica con dentro veleno camuffato da cibo: le formiche, ignare, lo porteranno nei loro remoti depositi. Al signor Schiaparelli pare un metodo sleale. Ma il suo veto morale non ha mai contato molto.