
Il carcere di Opera
Milano, 23 aprile 2020 - Sconterà a casa gli ultimi mesi di pena perché è anziano e molto malato, non grazie alla norma anti-contagio in cella varata dal governo. È bufera sulla scarcerazione del boss palermitano Franco Bonura, 78 anni, affetto da un severo carcinoma e operato più volte.Dal carcere di Opera il costruttore e capo della cosca di Passo di Rigano è tornato a Palermo nella sua casa in zona stadio, sotto stretto controllo di polizia, tecnicamente per un “differimento“ della pena a 18 anni di carcere che però Bonura, detenuto ininterrottamente dal 20 giugno 2006, stava già finendo di espiare. Sarebbe uscito nel marzo 2021, forse già questo dicembre con le ulteriori riduzioni legate alla buona condotta.
Pur essendo un mafioso di rango al 41-bis, Bonura non ha infatti condanne all’ergastolo e per questo l’istanza degli avvocati Giovanni Di Benedetto e Flavio Sinatra è stata accolta “tenuto conto - scrive il magistrato di sorveglianza Gloria Gambitta - dell’emergenza sanitaria e del correlato rischio di contagio, indubbiamente più elevato in un ambiente ad alta densità di popolazione come il carcere”. Non dunque un indiscriminato via libera per altre scarcerazioni eccellenti di ergastolani, ma un caso singolo, ritenuto grave e a sé stante. Immediatamente, però, sono scattate le polemiche e le prese di distanza. "Nel momento in cui da mesi si sostiene che l’isolamento e la quarantena sono le forme migliori di prevenzione e tutela della salute, credo che proprio il regime di 41-bis sia paradossalmente la migliore forma di tutela della salute per i detenuti, per gli operatori carcerari e per i familiari dei detenuti" ha fatto sapere in una nota il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
"Nel nome del virus ne stanno combinando di tutti i colori ma questa è una vergogna nazionale" è intervenuto il leader della Lega Matteo Salvini su Facebook. "Sostenere che alcuni esponenti mafiosi sono stati scarcerati per il decreto legge “Cura Italia“ non solo è falso, è pericoloso e irresponsabile" gli ha risposto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sempre sul web, annunciando verifiche: "Si tratta infatti di decisioni assunte dai giudici nella loro piena autonomia che in alcun modo possono essere attribuite a ll’esecutivo". Così il presidente del tribunale di sorveglianza Giovanna Di Rosa ha dovuto precisare che "il provvedimento è stato preso sulla base della "normativa ordinaria", non è legato, alle recenti norme sull’emergenza sanitaria. "Si tratta di un detenuto di anni 78, affetto da gravissime patologie cardiorespiratorie e oncologiche, condannato alla pena temporanea di anni 18 mesi 8 di reclusione, che avrà termine naturale tra meno di undici mesi".