
Un francese aiuta l’altro. L’ordinanza cautelare del Tribunale di Napoli che ieri ha disposto il reintegro di Stéphane Lissner alla guida del San Carlo di Napoli potrebbe indirettamente spianare la strada al secondo mandato di Dominique Meyer al vertice della Scala. Andiamo per ordine. Il giudice del lavoro Clara Ruggiero ha accolto il ricorso dell’ex manager di via Filodrammatici, che nei mesi scorsi aveva impugnato il decreto del governo Meloni che a fine maggio ne ha imposto il pensionamento forzato per raggiunti limiti di età (70 anni).
Una norma che in tanti, all’epoca, aveva definito "ad personam", per favorire l’approdo in Campania del manager Carlo Fuortes, in uscita – pure in quel caso forzata – dalla Rai. Ora il colpo di scena, reso noto da una nota diramata dal collegio difensivo di Lissner, composto dal giuslavorista Claudio Morpurgo, dal costituzionalista Giulio Enea Vigevani e dall’esperto di governance Pietro Fioruzzi. "Un atto di giustizia, dopo mesi trascorsi in un “limbo” che non meritavo io, ma soprattutto non meritavano il Teatro San Carlo e la città di Napoli. Oggi (ieri, ndr) il Tribunale di Napoli ha dato il primo segnale, fondamentale, di come il mio licenziamento sia stato un atto illegittimo e ad personam, privo di quei contenuti di “civiltà giuridica” che devono guidare ogni ordinamento democratico", il commento di Lissner. E ancora: "Vedo in questa decisione un legame inscindibile con la dimensione europea di cui l’Italia, Napoli e lo stesso Teatro San Carlo sono espressioni autentiche e costitutive. Ora sono a disposizione per svolgere il mio incarico insieme alle straordinarie persone che lavorano nel Teatro". Già oggi il Consiglio d’indirizzo della Fondazione potrebbe riunirsi per reintegrare l’ex sovrintendente, in vista del probabile reclamo in appello. Al netto delle vicende partenopee, l’ordinanza pro Lissner potrebbe avere conseguenze all’ombra della Madonnina. Sì, perché proprio quel decreto ha messo pesantemente in discussione la possibilità di un bis alla Scala per Dominique Meyer: il suo mandato scadrà a fine febbraio 2025, ma il fatto che nell’agosto successivo compirà 70 anni ne spegne irrimediabilmente le speranze di restare al Piermarini per un altro quinquennio. A meno che il decreto non venga nel frattempo mandato in soffitta.
Questione complicata dal punto giuridico, perché al momento stiamo parlando di un’ordinanza cautelare di un Tribunale. In ogni caso, una porta che sembrava chiusa a doppia mandata si è riaperta all’improvviso. Meyer, a Parigi per la presentazione della stagione scaligera all’Ambasciata italiana, non commenta l’ordinanza, ma mette sul piatto un altro argomento, legato alla specificità del tempio della lirica e al suo status di repubblica autonoma nel panorama degli enti lirico-sinfonici: "La Scala ha uno statuto particolare – ricorda –. Non siamo un’amministrazione pubblica, bisogna studiare il testo per capire se si applica alla Scala". C’è da dire che, regole a parte, Meyer può contare su risultati che depongono in ogni caso a favore del bis: conti sempre in ordine (anche negli anni durissimi della pandemia), record di sponsorizzazioni, aumento di pubblico e abbonamenti, efficientamento energetico del teatro e pianificazione del futuro prossimo (dalla fine dei cantieri in via Verdi all’avvio di quelli per la Magnifica Fabbrica di Rubattino). Tradotto: Meyer torna in pista per il 2025. Con un possibile competitor che a sua volta potrebbe tornare in auge a sorpresa. Chi? Fuortes, nel caso dovesse perdere definitivamente il posto a vantaggio di Lissner.
Nicola Palma