Saturnino: "Il mio basso ha un timbro unico"

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Saturnino Celani (nella foto) è uno dei musicisti italiani più noti non solo in patria. Dal 1991 è il bassista di Jovanotti, con il quale ha scritto tra le altre “L’ombelico del mondo’’, ma il suo nome compare in tanti dischi che hanno fatto la storia della musica italiana recente, da Max Pezzali a Franco Battiato. È originario di Ascoli Piceno ma dai primi anni ’90 vive a Milano, dove la sua strada ha incrociato quella di Jovanotti e quella dei bassi Noah.

Com’è avvenuto l’incontro con questi strumenti?

"Negli studi Jungle Sound: Fabrizio Rioda, figura fondamentale del rock milanese e non solo, aveva una chitarra Noah, una delle prime. L’ho vista, l’ho provata e me ne sono innamorato. Così ho contattato Renato Ruatti e gli ho chiesto di costruire un basso in alluminio utilizzando il modello di un mitico Fender Precision del 1951. Il risultato fu incredibile. Da lì non ho più smesso di utilizzare bassi Noah".

Cosa ti ha conquistato di questi bassi made in Lambrate?

"Il timbro unico, la purezza del suono. Sono strumenti con un’anima ben definita, un’identità precisa. Tutto l’album “Safari’’ di Jovanotti è stato registrato con un basso Noah e il risultato si sente".

Com’è andata con Lou Reed? Com’è finita una chitarra Noah tra le sue preferite?

"Un amico comune mi chiese un suggerimento per un regalo da fargli. Subito pensai a una chitarra Noah. Quando la vide, nonostante ricevesse tante chitarre in dono, ne rimase folgorato, tanto da utilizzarla non solo dal vivo ma anche come strumento per comporre".

E Ben Harper com’è entrato nella famiglia Noah?

"Mi vide suonare il loro basso durante le prove per Sanremo del 2008 e mi disse che avevo un suono simile a John Paul Jones (bassista dei Led Zeppelin, ndr). Volle una chitarra Noah, che pare poi gli sia stata “sottratta’’ da The Edge (chitarrista degli U2, ndr). In seguito gli hanno costruito una lap steel tutta per lui, uno strumento incredibile che usa in concerto".

Anche tu hai un tuo modello personale Noah.

"Sì, si chiama NoNo ed è un altro strumento incredibile, disegnato da Fabio Novembre ispirandosi al mio logo". Luca Tavecchio

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