Sartoria Melzo Nuovo piano Welfare

Votato all’unanimità: non più contributi a pioggia ma progetti mirati e "su taglia" per le famiglie

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"Sartoria Melzo: servizi su misura". No, non è il marchio di un negozio. Bensì il titolo, "un po’ ardito, ma che ci sembrava rendesse bene il concetto", dell’ultimo piano del Welfare dell’amministrazione comunale Fusè, approvato l’altra sera con voto e consenso unanimi. Un piano, innanzitutto, che riconferma l’assoluta centralità dell’aiuto alle persone in difficoltà da parte dell’amministrazione uscente: sul piatto, in tutto, quasi 3 milioni e mezzo di euro. Dopo la spesa per il personale, la voce più elevata di tutto il bilancio comunale. Ma ciò che si conferma come pionieristico è il metodo. Fra le pagine obiettivi e fasi già in attuazione del Welfare generativo, dove colui che ha bisogno del Comune passa da utente a cittadino, e nel momento in cui viene aiutato, si impegna a mettersi a disposizione per la restituzione alla comunità di quanto ottenuto in un momento di bisogno. Restituzione sotto varie forme e sulla base appunto di progetti cuciti su misura: lavori e attività utili, partecipazione attiva a organizzazione e realizzazione di progetti comunali, attività di mutuo sostegno fra cittadini. I percorsi, singoli o a livello di nucleo familiare, vengono seguiti dai servizi insieme a staff di comunità. Fra i progetti di restituzione alcuni percorsi estivi nei centri comunali per bambini e ragazzi. Lavori e attività utili a favore della città. Aiuto a vicini di casa o altri cittadini. Fra le idee pilota quella che vede già alcune donne straniere promosse a tutor di altre donne, per attività di informazione su servizi comunali, opportunità, corsi di lingua, progetti scolastici. Il piano dei servizi sartoriale l’atto finale di 5 anni di attività dell’assessorato alla persona di Valentina Francapi e di uno staff dei servizi sociali di lungo corso e consolidato. "Abbiamo creduto fin da subito - così la Francapi - a un nuovo approccio metodologico. Nel quale sicuramente si conferma la priorità del sostegno ai fragili, ma si va gradualmente a cancellare la modalità del contributo a pioggia, e, per così dire, a fondo perduto. E non si tratta di andare a restituire qualcosa che abbia all’esatto valore economico di quanto ricevuto: il welfare generativo significa che si è parte di una collettività. È un ricevere e dare". Laddove famiglie storicamente in carico servizi non abbiano la possibilità di modificare mentalità e atteggiamenti nell’immediato, un’incredibile risorsa si stanno rivelando i giovani: "molti, moltissimi di loro - così ancora Francapi - sentono forte un’esigenza di riscatto, vogliono uscire da ruolo di assistiti". Il welfare generativo la base, gli stanziamenti economici confermano l’impegno: per anziani e disabilità, minori e famiglie, nuove povertà e interventi per l’emergenza abitativa, "problema che, dopo la pausa Covid tornerà a mordere".

Monica Autunno

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