
Le analisi sui resti di Sant'Ambrogio
Milano, 2 ottobre 2018 - Un uomo molto attivo, età circa 60 anni, alto più o meno 1 metro e 70 centimetri. Sguardo asimmetrico e alla clavicola destra i segni di una brutta frattura, che si ritiene si fosse procurato in età giovanile e che lo affliggesse procurandogli dolore. La verità su Sant'Ambrogio, patrono di Milano, la raccontano le sue ossa, diventate protagoniste insieme ai resti dei 'colleghi' Gervaso e Protaso, di un'indagine in pieno stile 'Csi' che ha chiamato a raccolta una task force di scienziati, trasformando per qualche mese la Cripta della Basilica ambrosiana in laboratorio. Tutto nasce da una preoccupazione per alcuni segni che potevano lasciare pensare a un deterioramento dei resti del Santo più caro alla metropoli meneghina e dei due giovani martiri con lui ustoditi. Si è così deciso di avviare una ricognizione sui corpi e poi di allargare il raggio d'azione con una campagna di studi multidisciplinare, promossa dall'abbazia di Sant'Ambrogio per i 150 anni dal rinvenimento dei 3 scheletri (gennaio 1864) e a 50 anni dall'ultima apertura della teca, in occasione della traslazione di Sant'Ambrogio in Duomo (1974). Un 'cold case' su cui si è pensato di coinvolgere Cristina Cattaneo, anatomopatologa nota per essere stata in prima linea nelle indagini su diversi gialli italiani (come i casi di Yara Gambirasio ed Elisa Claps). L'esperta, ordinario di Medicina legale dell'università Statale di Milano, ha coordinato il gruppo di ricerca che oltre a scienziati dell'ateneo ha coinvolto l'Unità operativa di radiologia diagnostica per immagini e interventistica dell'Irccs Istituto ortopedico Galeazzi, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano. I risultati preliminari dello studio in corso sono stati presentati oggi nella Sala Capitolare della Basilica Sant'Ambrogio e la notizia principale è che le ossa dei tre Santi maggiori della Diocesi di Milano "stanno bene". Non presentano segni di degradazione attiva, dato suffragato dalle indagini microbiologiche.