Sanremo 2019, trionfa Mahmood. Il vocal coach: "Ecco come l'ho allenato"

Parla Pachy Sconamiglio: ha una voce unica

Pachy Scognamiglio e Mahmood

Pachy Scognamiglio e Mahmood

Milano, 13 febbraio 2019 -  «Mahmood mi ha colto alla sprovvista e mi ha fotografato sorridente, ed io odio sorridere nelle foto perché non mi piaccio. Ma per l’occasione si fa un’eccezione». E ha portato bene. A scrivere queste parole sui social, prima del trionfo sul palco dell’Ariston, prima che il suo allievo sollevasse al cielo l’ambita palma col leone, è stato Pachy Scognamiglio, 32 anni, vocal coach del vincitore del 69° Festival di Sanremo. Originario di Castellammare di Stabia, nella parte sud della città metropolitana di Napoli, vive a Milano da 10 anni. «Questo è il salvatore che mi ha preparato vocalmente fino a stasera». Così lo ha definito il cantante su Instagram postando quella foto scattata personalmente al suo maestro in un momento di relax per stemperare la tensione prima della serata finale. Il trionfo è anche merito suo.

Da quanto tempo è il vocal coach di Mahmood?

«Da cinque anni».

Qual è il suo più grande pregio musicale?

«Mahmood ha una voce unica. Il suo timbro mi ha colpito fin dal primo giorno in cui l’ho sentito. L’ho conosciuto tramite una mia collega e amica, Carlotta Michelato, insegnante di musical. Musicalmente ha in sé una commistione di generi e nessuna definizione lo include in toto. La sua particolarità è proprio questa: ha creato una stile tutto suo, ed è questo che lo rende geniale».

A Sanremo com’era l’allenamento pre esibizione?

«Ci siamo allenati nella settimana di Sanremo tutti i giorni un’ora e mezza circa, utilizzando il metodo HeARTvoice da me ideato».

In cosa consiste?

«Ha come obiettivo il potenziamento e nello stesso tempo la salvaguardia della voce artistica in maniera trasversale. È un metodo avvalorato da diverse collaborazioni con il mondo foniatrico e logopedico. Punta a potenziare le peculiarità dell’artista, spesso confuse dal diretto interessato come un «difetto da eliminare«. In questo metodo confluiscono diverse discipline, che aiutano a far emergere le proprie capacità vocali: una è lo yoga (e sono un insegnante certificato Coni); altre materie sono il flamenco e le percussioni arabe. Queste hanno la funzione di aumentare la propriocezione (che si basa sull’ascolto dei segnali che arrivano dal corpo) sviluppando la musicalità attraverso il ritmo».

I ricordi più belli del Festival, che porterà con sé?

«La notte della vittoria sarà indimenticabile, mi sono emozionato come un bambino. Ma anche solo essere stato a Sanremo con Mahmood in quella settimana pazzesca è stato per me incredibile. Sono immensamente fiero di lui». Marianna Vazzana

 

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