San Siro, la telenovela è ripartita: il Milan punta ancora su San Donato. La Russa contro Sala: “Basta rinvii”

I rossoneri frenano sul Meazza bis e ribadiscono la volontà di costruire un nuovo impianto di proprietà. Il presidente del Senato attacca Giunta e sindaco: “Puntano a rimandare le decisioni a dopo le elezioni”

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L’interno dello stadio Meazza

Milano – Dopo l’incontro di venerdì tra Milan, Inter e Comune, la vicenda San Siro sembrava aver trovato un nuovo punto fermo: i club insieme per la costruzione di un nuovo impianto in condivisione vicino al vecchio Meazza. Un ritorno, insomma, al progetto del 2019. Un salto indietro di cinque anni difficile da far digerire all’opinione pubblica, ma comunque utile per provare a ripartire da un’ipotesi concreta. A mescolare invece ancora le carte e far ripartire la telenovela sono arrivate, nella serata di sabato, le parole del presidente rossonero Paolo Scaroni: «La nostra opzione principale resta un nuovo impianto a San Donato».

Prima della partita tra Milan e Venezia di sabato sera il numero uno di via Aldo Rossi ha spiegato che l’ipotesi di costruire una sorta di Meazza bis accanto all’impianto storico non è del tutto da scartare - «è un mio vecchio pallino», ha detto - ma «presenta incognite e problemi». Per questo, ribadendo la bocciatura del progetto firmato WeBuild di ristrutturazione “conservativa“ dello stadio - «non è all’altezza delle due squadre milanesi» - Scaroni è tornato a puntare sull’area di San Donato, acquistata e ripulita dal Milan oltre un anno fa. Come dire che l’incontro di venerdì col Comune non è servito a granché, se non - appunto - a bocciare per l’ennesima volta l’ipotesi di ristrutturazione del vecchio impianto.

Il nuovo capitolo della saga ha fatto ripartire, naturalmente, le polemiche politiche. Che dal livello locale si sono allargate fino a quello nazionale. Tanto da coinvolgere anche il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Intervendo alla festa di FdI a Lido degli Estensi, La Russa ha attaccato l’amministrazione Sala: «La giunta di sinistra è un po’ schiava di un ambientalismo finto, spinto, e dell’estrema sinistra. Non avendo una posizione su San Siro hanno tirato sempre la palla fuori campo, sperando che poi il problema si possa risolvere lontano, dopo le elezioni. No - ha ribadito La Russa - quel tema va affrontato ora». Il presidente di Palazzo Madama si è detto poi d’accordo con le parole di Barbara Berlusconi («La vicenda dello stadio è umiliante per Milano, simbolo di modernità, innovazione e che ha sempre precorso i tempi. Una commedia all’italiana fatta appositamente per non decidere nulla») e ha sposato l’idea del “doppio Meazza“, riservando all’impianto storico «eventi sociali, concerti e magari le partite di Champions League».

Chi invece boccia senza appello l’ipotesi del nuovo impianto accanto a quello vecchio è il consigliere comunale di Europa Verde. Carlo Monguzzi: «Vogliono cementificare 50mila metri quadrati di verde perché le squadre ristrutturando San Siro non guadagnano abbastanza - ha ribadito ieri sui suoi canali social - E il sindaco appoggia le squadre. Ma siamo matti?». Il giorno precedente Monguzzi aveva anche annunciato una possibile mobilitazione in caso di nuovo impianto: «Ci metteremo davanti alle ruspe».