MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro, una pietra sul restyling. Milan e Inter: nuovo stadio e Meazza rivisto

I club rilanciano il progetto del 2019 e vogliono acquistare l’area: "Ma vincolo più morbido". Il sindaco: “Bando per il terreno e incontro con la Sovrintendenza. Stop a San Donato e Rozzano”

San Siro, una pietra sul restyling. I club: nuovo stadio e Meazza rivisto

Un vecchio rendering di San Siro che mostra nuovo stadio e Meazza rifunzionalizzato

Colpo di scena. No alla ristrutturazione dello stadio di San Siro proposta da Comune e Webuild. Milan e Inter vogliono tornare indietro di cinque anni, al progetto presentato al Politecnico in Bovisa nel settembre 2019: realizzare un nuovo stadio nell’area di San Siro, di fianco al Meazza, dove ora c’è il parcheggio dell’impianto e il Parco dei Capitani, e rifunzionalizzare l’attuale stadio, su cui pende però un annunciato vincolo della Sovrintendenza sul secondo anello che l’anno prossimo compirà 70 anni. Palazzo Marino, ieri mattina. Di fronte al sindaco Giuseppe Sala ci sono i vertici dei due club. Per il Milan, l’amministratore delegato Giorgio Furlani. Per l’Inter l’amministratore delegato corporate Alessandro Antonello e, per la prima volta a un vertice in Comune sullo stadio, un rappresentate del Fondo Oaktree, proprietario del club nerazzurro dallo scorso maggio: Katherine Ralph.

L’asse tra Redbird (il fondo di Gerry Cardinale proprietario del club rossonero) e Oaktree è compatto di fronte al primo cittadino: vogliono acquistare stadio e aree limitrofe. Non si parla di nuovi impianti a San Donato (per il Diavolo) e a Rozzano (per il Biscione), ma di un nuovo stadio a Milano, nell’area di San Siro. Ma non più il Meazza, considerato ormai troppo vecchio. "Secondo i club – spiega Sala al termine del vertice – San Siro non è ristrutturabile a costi accessibili. Dunque non considerano l’ipotesi del restyling". Lo scatto dei club, però, non è in avanti, ma indietro: "La loro proposta è di tornare al progetto di un nuovo stadio nell’area di San Siro, di fianco al Meazza, rifunzionalizzando l’attuale impianto. Le società ci presenteranno un progetto in tempi brevi".

Milan e Inter, però, hanno posto tre richieste al Comune per proseguire su questa strada. "I club chiedono tre cose – continua il sindaco –. La prima: qual è il valore dello stadio attuale e delle aree limitrofe. Una valutazione che il Comune ha affidato a inizio agosto all’Agenzia delle Entrate. Ci aspettiamo di ricevere nei prossimi giorni una prima valutazione, nell’ottica di cedere stadio e aree con un bando pubblico. Parliamo di una vendita, non di una concessione del diritto di superficie per 90 anni". La seconda condizione è "capire nel dettaglio che tipo di vincolo la Sovrintendenza potrebbe porre sul secondo anello nel 2025, nel caso in cui stadio e aree diventassero di proprietà di Milan e Inter. A questo proposito, abbiamo già fissato un incontro con Sovrintendenza e club la prossima settimana. Il vincolo potrebbe essere rimodulato, cioè molto alleggerito". La terza richiesta riguarda "i tempi per concludere la vendita dell’impianto e delle aree".

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Palazzo Marino, invece, una volta date le risposte attese dai club, è pronto a chiedere al Milan e Inter "di escludere altre soluzioni, come i nuovi stadi a San Donato e Rozzano, e accelerare sul progetto San Siro". Tant’è. La valutazione finale del Comune? Sala sperava in un via libera alla ristrutturazione del Meazza, ci lavorava da mesi insieme a Webuild, ma ha incassato un secco "no" da Milan e Inter. D’altro canto, i due club sembrano allontanarsi dai progetti di due nuovi stadi fuori Milano e intendono investire sull’area di San Siro, trovando una nuova funzione per il Meazza. Uno scenario che a Palazzo Marino, vista come si era messa la situazione, non dispiace. "Non posso eccepire nulla sulla decisione dei club, che fanno i loro conti – nota Sala –. Vedo positivamente lo scenario che le squadre restino a giocare a Milano. Ora dobbiamo essere rapidi nel dare alle società quel che chiedono". Una frase, quest’ultima, che sembra escludere che sindaco e Giunta possano frenare per le proteste degli ambientalisti in Comune e nel quartiere di San Siro. Quanto accaduto negli ultimi cinque anni, dovrebbe aver insegnato qualcosa.

Il sindaco, intanto, ricorda che il processo amministrativo avviato nel 2019 è ancora in corso: "Ci sono state quattro delibere di Giunta, un dibattito pubblico, una delibera di Consiglio comunale e il no al referendum. Dopo tanto lavoro, vedendola in positivo, vuol dire che non si riparte da zero. L’indice volumetrico sull’area di San Siro? Quello resta allo 0,35, il minimo previsto dal Comune. Ricadute negative sulla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi Milano-Cortina fissata il 6 febbraio 2026 al Meazza? Nessuna".